Il vento è un affascinante “ispiratore” per grandi imprese (cinematografiche) sia come elemento turbinoso della natura (“Io e il vento” di J. Ivens e M. Loridan – 1988), che come simbolica metafora “travolgente” dei sentimenti e della vita. Ci sono molti venti… (7 posizioni non sono sufficienti per illustrarne tutte le sfumature e le “possibilità): c’è quello “che disperse la nebbia” (J. Frankenheimer – 1962) o quello che “non sa leggere” (R. Thomas – 1958); c’è il “vento di terre lontane” (D. Daves – 1956), quello “di terre selvagge” (R. Wise – 1948 meglio conosciuto forse come “Sangue sulla luna”), quello “della prateria” (M. V. Wright – 1936) e quello “d’Africa” (A. G. Majano – 1949); c’è quello “selvaggio” che non concede tregua fra avventura e melodramma (Cecil B. De Mille – 1942 ) e un altro più rovente che surriscalda le “passioni” ( R. Wilson – 1958 e E. Zwick – 1994). Ma c’è anche quello turbinoso “di tempesta” (I. Rapper –1959 e H. Blake - 1960) e quello di una evidente contraddizione in termini (“Vento freddo d’agosto” di A. Singer – 1961). C’è il vento un po’ musicarello che “m’ha cantato una canzone” (C. Mastrocinque – 1947) e quello che soffia da differenti punti cardinali (“Vento del sud” di E. Provenzale – 1959 e “Vento dell’est” di J. L. Godar del 1969). C’è persino il “Vento del perdono” (L. Hallström –2005) o quello più conforme che spira “di sera” (A. Adriatico – 2004) che diventa salubre brezza. C’è quello stagionale (“Vento di primavera” di G. Del Torre/ A. M. Rabenalt – 1947 e di I. Reis – 1947 conosciuto anche come “L’intraprendente signor Dick”e “Vento d’autunno” di C. B. Pierce). C’è quello “caldo” tout court (ancora D. Daves –1961), il “Vento caldo di battaglia” (C. Brabant – 1962) e quello “di terra” (V. Marra – 2004) e via di seguito… C’è persino un opinabile “Vento di follia” (J. Boyer – 1941) e un ambitissimo “Vento di milioni” (D. Falconi – 1940). A volte "la collera del vento" (M. Camus - 1970) è così vorticosa da distruggere e sconvolgere. Sconquassa e si insinua, fa volare oggetti e cose, anche "le lettere" che il vento dissipa e disperde (E. Budina - 2003) piccoli fogli bianch fluttuanti nell'aria come farfalle impazzite. Insomma “il vento” (N. Mastorakis – 1987) turbinoso e implacabile che travolge e trascina che “si alza” (Y. Ciampi - 1956) improvviso e repentino, misterioso e veemente come una tempesta... Io "brucio nel vento" (S. Soldini - 2001) e nel vento mi rigenero e rinasco come l'araba fenicia.
Finalmente disponibile in dvd (Noshame) questo grandioso capolavoro di V. Sjöström (1928) con una straordinaria L.Gish. Una delle vette del muto che non ha bisogno di didascalie per trasmettere emozioni
Una indimenticabile B. Davis (mancata Rossella O’Hara) che da vita un memorabile personaggio ribelle e coraggioso, fiero della propria indipendenza e libero… come il vento (W. Wyler – 1938)
Indubbiamente la storia d’amore più famosa (e intramontabile) del cinema di tutti i tempi. Immortale e sontuoso (W. Fleming – 1939 per le attribuzioni ufficiali, ma a tutti gli effetti “creatura” di D.O. Selznick
Con Behzad Dourani e gli abitanti del villaggio di Siah Dareh
Ironicamente metafisico, quasi astratto nella sua indeterminatezza. Il regista (A. Kiarostami - 1999, lascia aperte (e senza risposta) molte domande alle quali può rispondere solo l’intelligenza e l’immaginazione dello spettatore
La suggestione di un verso poetico che nemmeno la traduzione italiana “impoverisce”. Il cinema militante di K. Loach (anno di produzione 2006) che restituisce intatta la tragedia di un’epopea storicamente ancora irrisolta
Sorprendente “rivelazione” della scorsa stagione (G. Diritti – 2005). Distribuito in pochissime copie, ha saputo trovare il suo apprezzabile “spazio” e anche un tutto sommato considerevole “successo”
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