Decisamente un periodo tragico quello che stiamo attraversando (sarebbero molti gli aspetti che potrebbero condurre a questa considerazione, ma io mi riferisco al numero impressionante di decessi anche "fondamentali" che stanno sempre più falcidiando il mondo del cinema internazionale e italiano). Quasi ogni giorno dobbiamo confrontarci con il dolore di una perdita che lascia vuoti incolmabili (attori, registi, sceneggiatori) e ci fa sentire sempre più soli e impotenti. Fra i tanti recenti lutti (tutti ugualmente significativi ed anche "sconvolgenti") voglio ricordare una "dipartita" indubbiamente più prestigiosa sul versante della letteratura che in quello cinematografico, ma che almeno per la sua opera d'esordio (come sceneggiatore soltanto in questo caso) merita indubbiamente un posto nell'olimpo dei grandi anche in questo campo. Mi riferisco ad Alain Robbe-Grillet (se non erro, in contatto con la settima arte anche come attore "per conto terzi" ne: "il tempo ritrovato" di Ruiz) la cui dipartita, è passata davvero troppo in silenzio. Certamente non è stato un grande regista (almeno così non si può definire, visti i risultati) ma la sua "immaginazione al potere" credo che abbia aperto la strada a una modalità di fare cinema che senza la sua esperienza pionieristica, avrebbe sicuramnete faticato molto di più ad imporsi ed affermarsi. Lo voglio ricordare quindi non solo attraverso la sua opera, ma anche "utilizzando" le parole che ha espresso spesso magnificamente allusive (la battuta conclusiva dello straordinario "L'anno scorso a Marienbad", per esempio): "IL PARCO DI QUESTO ALBERGO ERA UNA SPECIE DI GIARDINO ALAL FRANCESE, SENZA ALBERI, SENZA FIORI, SENZA VEGETAZIONE ALCUNA... LA GHIAIA, LA PIETRA, IL MARMO, LA LINEA DIRITTA, VI SEGNAVANO SPAZI RIGIDI, SUPERFICI SENZA MISTERO. SEMBRAVA, A PRIMA VISTA, IMPOSSIBILE PERDERVISI... A PRIMA VISTA... LUNGO I VIALI RETTILINEI, TRA LE STATUE DAI GESTI STATICI E LE LASTRE DI GRANITO, DOVE GIA' ORA STAVATE PERDENDOVI, PER SEMPRE, NELLA NOTTE TRANQUILLA, SOLA CON ME." Una intuizione quasi cimiteriale che ben si coniuga con lo smarrimento del momento, dedicata a tutti coloro che purtroppo hanno dovuto lascarci per sempre rendendo ancora più buia e infida la contemporaneità.
Con Delphine Seyrig, Giorgio Albertazzi, Sacha Pitoeff, Françoise Bertin, Luce Garcia-Ville
In streaming su CineAutore Amazon Channel
La scoperta del fascino dell'immagine che rende tangibili le suggestioni letteraie del "nouveau roman". C'è la regia di Resnais a rendere grandioso l'assunto, ma senza dimenticare la straordinarietà della sceneggiatura che è molto più di una semplice "isp
Titolo originale Glissements progressifs du plaisir
Regia di Alain Robbe-Grillet
Con Anicée Alvina, Olga Georges-Picot, Jean-Louis Trintignant, Michael Lonsdale
Una certa "risalita" in positivo. Il paradigma della sua poteica cinematografica con la circolarità delle storie, il totale rifiuto delle tradizionalir egole di narrazione, la difficoltà di distinguere reatà da imamginazione e uno schematismo di rappresen
Continuano le "provocazioni": Robbe-Grillet si diverte a giocare con le strutture narrative del cinema e a confondere lo spettatore ccon i suoi labirintici percorsi
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