La cena delle beffe
- Drammatico
- Italia
- durata 86'
Regia di Alessandro Blasetti
Con Amedeo Nazzari, Clara Calamai, Osvaldo Valenti, Elisa Cegani, Alfredo Varelli
“Intreccio di libidine, brutalità e libertinaggio”.
Cosa dobbiamo fare: ridere o piangere? Ma sì, ridiamoci sopra! Perché la faccenda, oltre che sconcertante, è anche ridicola. Il responsabile giovanile della CEI (cos’è una battuta?), don Nicola Anselmi, seguendo una malsana abitudine dei suoi colleghi più maturi, esprime giudizi e sentenze sulla realtà (italiana) circondante. E, non sapendo che pesci pigliare, se la prende con il film del momento, ovviamente “Caos calmo”. Sul piatto d’argento viene servita quella strombazzatissima scena di sesso (e sottolineiamo sesso) che ha per protagonisti Pietro Palladini ed Eleonora Simoncini, Nanni Moretti ed Isabella Ferrari. Di questa sequenza se n’è parlato molto soprattutto per la sorpresa che molti di noi hanno provato nel vedere il serio Nanni alle prese con gli istinti carnali – ma scegliendo il personaggio di Pietro già sapeva che sarebbe dovuto imbattersi in quell’amplesso, che nel bellissimo romanzo di Sandro Veronesi occupa ben sedici pagine. Prima dell’uscita ufficiale del film cominciano a girare alcune foto nelle quali si percepisce la passionalità dell’azione e il video della sequenza è finito su You Tube. Tuttavia la spesso idiota censura italiana stavolta ha manifestato una atipica lungimiranza e non ha imposto un divieto, solo il consiglio di accompagnare la visione dei minori di dodici anni a quella di un adulto. E, diciamolo, questo provvedimento è anche comprensibile, anche perché la storia della sofferta elaborazione del lutto di Pietro è complessa e non totalmente afferrabile per un minore di dodici anni. Comunque si temeva il temuto divieto pure per quella bestemmina che Nanni spara accanto a Silvio Orlando, ma, diciamolo, durante la visione non è che abbia scandalizzato, anzi, manco ce ne siamo accorti più di tanto, è talmente normale, ormai – in tv vediamo ben di peggio. Ma torniamo alla scena X e al nostro caro don Anselmi. Il simpatico prelato si è indignato che un regista bravo ed idealista come Moretti e un volto delicato e sensibile come quello della Ferrari (la donna solo come volto? Ah… don Anselmi…) siano caduti in una così bassa e sporca scena. Lui si sarebbe aspettato non questo sesso pesante, ma un qualcosa rivolto all’amore, qualcosa di tenero, soffuso, romantico, magari con la prospettiva di un figlio? E conclude il nostro: cari attori, fate obiezione di coscienza. Innanzi tutto, mio caro don Anselmi, “Caos calmo” l’ha diretto Antonello Grimaldi e non Nanni Moretti (non mi venga a dire che lei ha inteso Nanni come una sorta di regista morale perché non ci crediamo). E poi lei pecca in una assurda ed impropria superficialità nel riferire il suo parere a riguardo. Se lei avesse, non dico letto il libro, non pretendo tanto, almeno visto il film, avrebbe naturalmente compreso la necessità di quella cruda (e sottolineiamo cruda) e realistica scena. Quel sesso selvaggio e senza regole è la rappresentazione del tormento interiore di Pietro, la sua instabilità dovuta a quel dolore che non riesce a far esplodere del tutto. Lì s’incontrano magnificamente sofferenza e passione e disperazione e carnalità. Un bimbo, mi permetta don Anselmi, cosa c’azzecca? Non è quella la funzionalità del passaggio, non voleva esprimere ciò Veronesi, ma creare nel personaggio un punto di non ritorno, una situazione di catarsi assolutamente indispensabile per il percorso dell’opera. E mi dica: come possono due attori fare obiezione di coscienza? Sono dei farmacisti? Dei medici? Dei professionisti che devono fare i conti con la propria moralità, con la propria etica? L’attore non credo rientri in uno di questi mestieri, è recitazione, ossia spacciarsi per altri nella finzione scenica. Insomma, don Anselmi: ha preso una cantonata. Credevamo fossero finiti i tempi del famigerato Centro Cattolico Cinematografico, anticamera della censura governativa che bollava i film con giudizi virtuosi e anche, oggi, divertenti. Si vede che don Anselmi ha nostalgia di quei tempi e ci ha ricordato come in quel capolavoro che è “Nuovo cinema Paradiso” Peppuccio Tornatore ricorda i tempi delle sale parrocchiali in cui i preti esercitavano il loro potere censore. E questo don Anselmi ci sembra la brutta copia moderna del grande Leopoldo Trieste, che in quel film era padre Adelfio, che con la sua campanella ordinava al proiezionista Alfredo di tagliare le scene, per lui, scabrose, dai baci innocenti alle schiene scoperte. Anzi, il nostro Anselmi si avvicina più al padre Adelfio post ricostruzione del cinema, quando, vedendo “Anna”, il pubblico esulta alla visione di un bacio e lui afferma “io non vedo film pornografici”. Ma, Anselmi, tu il film non l’hai visto, a noi puoi dirlo. Hai dato un’occhiata al video su You Tube e ti sei scandalizzato. Altrimenti avresti visto una scena che, per la tonaca che indossi, è ancora più violenta: Eleonora che getta la fede nel tombino. Eh, no, Nicolino, tu il film non l’hai visto. Solo quella sequenza su Internet ti ha indotto al dire, anche tu, “io non vedo film pornografici”. E, siccome questa Chiesa ben troppe volte dice la sua inopinatamente e frequentemente e si sente interprete del pensiero comune, hai pensato che la tua opinione fosse quella generale. Evidentemente hai sbagliato. Qui sotto riportiamo alcune somministrazioni che il famigerato Centro Cattolico Cinematografico ha espresso nella sua gloriosa storia.
Regia di Alessandro Blasetti
Con Amedeo Nazzari, Clara Calamai, Osvaldo Valenti, Elisa Cegani, Alfredo Varelli
“Intreccio di libidine, brutalità e libertinaggio”.
Regia di Giorgio Bianchi
Con Vittorio De Sica, Massimo Serato, Clara Calamai, Lauro Gazzolo
“Escluso per tutti data la confusione che potrebbe ingenerare”.
Regia di Armando Fizzarotti
Con Barbara Florian, Leda Gloria, Renato Baldini
“Riservato agli adulti di piena maturità, è da sconsigliare”.
Regia di Giorgio Bianchi
Con Vittorio De Sica, Walter Chiari, Maria Luz Gallicia, Mario Riva, Mario Carotenuto
“Il matrimonio e l'amministrazione della giustizia fanno le spese di una malsana comicità”.
Regia di Guido Leoni
Con Carmen Villani, Dayle Haddon, Eligio Zamara, Gisela Hahn
“Goliardia da sottosviluppati” (ma qui, forse, non aveva tutti i torti).
Regia di Antonello Grimaldi
Con Nanni Moretti, Alessandro Gassman, Isabella Ferrari, Valeria Golino, Blu Yoshimi
È storia recente.
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