Parafrasando il titolo di un altro dei più interessanti biopic – segmento musica e "derivati" - degli ultimi tempi (solo troppo ligio all’assioma “dalle stelle alle stalle e viceversa”, ma sotto il profilo musicale e degli interpreti magmatico e affascinante come pochi altri), ripercorro il tracciato, “secondo le mie personali – ed opinabili - inclinazioni” scusandomi per le tante – troppe – “inammissibili” omissioni, inevitabili in questo campo, soprattutto quando si è “di parte”. Ovviamente il mix che ha determinato la precedenza, e l’opzione per l’accesso alle 7 posizioni della play, privilegia principalmente oltre all’individuale “predilezione dei generi e dei personaggi” proprio il settore “sonoro”, pur non dimenticando ovviamente il contributo “visivo” e di composizione generale del progetto che non ho però considerato “necessariamente prioritario” per la selezione (per questo per esempio è assente l’ottimo “Last days” di Gus Van Sant, la cui colonna sonora – e non per colpa del regista - se fosse stato possibile attingere alla “diretta fonte” del riferimento, avrebbe potuto assumere ben altre dimensioni di coinvolgimento).
Prismatica “destrutturazione” cubista che “interpreta” l’assente rendendo palpabilmente presente il “mito” e la sua epoca, narrandone le “origini” e gli approdi con inconsueta ed avvolgente maestria
Con David Carradine, Ronny Cox, Melinda Dillon, Gail Strickland
Se partiamo ancora da Dylan, qui vengono proposte le radici del mito con l’esemplificazione visiva di tre anni della vita del grande Woody Guthrie. Forse troppo decorativo e poco incisivo, ma splendidamente raccontato dalla musica
Con Arlo Guthrie, Patricia Quinn, James Broderick, Pete Seeger
La stagione gloriosa dei “figli dei fiori” narrata quasi in presa diretta alla maniera di Penn. Ancora Guthrie visto attraverso gli occhi e le esperienze di suo figlio Arlo (indimenticabile la scena della visita in ospedale, ottimo il commento musicale)
Nonostante l'assenza dei pezzi di alcuni degli ispiratori di riferimento (Bowie si sarà mangiato le mani per non aver voluto rendere disponibilii le sue esecuzioni) un ritratto tutt’altro che ortodosso sul glam rock e i suoi idoli
Con Jeff Bridges, Michelle Pfeiffer, Beau Bridges, Ellie Raab, Xander Berkeley
Più vero e “veritiero” della realtà. Qui non ci sono geni incompresi, ma “favolose” performances a fare da cornice a una complessa relazione fra fratelli resa più conflittuale dalla rivalità in amore che non dalla competizione musicale
Con Dennis Quaid, Winona Ryder, Stephen Tobolowsky, John Doe
Perfetta fusione fra suoni e immagini con un montaggio strutturato sui “tempi” e i ritmi dei videoclips. Certamente poco innovativo nel percorso (un’altra “ascesa” e “caduta”), ma energico ed efficace ritratto di un’epoca
Con Robert Arkins, Michael Aherne, Andrew Strong, Angeline Ball, Felim Gormley
La disperazione ribelle di una generazione in cerca di nuovi approdi e ideali. L’illustrazione “apocrifa” di un romanzo di Roddy Doyle che ha in filigrana molti riferimenti, indiscutibilmente non casuali, alla storia degli U2
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