Predicare bene e... razzolare male, sempre e comunque, negando persino l'evidenza. L'importante è difendere quella "facciata" di pseudo moralità ormai da tempo sfaldata, disattesa persino dai propri comportamenti personali, scelte ovviamente legittime (non si negano "libertà e diritti" nemmeno a costoro) ma che confermano la diversificazione fra "la piazza" (il pubblico) e il "privato": se la si pensa in un certo modo, se si pretende di imporre una "direttiva assoluta" bisognerebbe avere anche la coerenza nelle proprie scelte comportamentali, a qualunque costo, anche se il prezzo risultasse decisamente salato... ma purtroppo non è così soprattutto nella sfera ormai consunta di una politica fatta di opportunismi e priva di ideologie fondanti e di politicanti da strapazzo che si adeguano. Una ulteriore stigmatizzazione insomma delle ipocrisie di fondo imperanti, fra perbenismi disattesi, diritti negati e macroscopiche "omissioni" anche nell'informazione, mai come adesso così mistificata da risultare "irreale", una favola assurda ben lontana dalla realtà oggettiva con la quale ci confrontiamo giornalmente. In qualche modo quindi quella che segue è (tanto per rimanere in tema) una mia personale "Guida per riconoscere i tuoi santi", uno spunto di riflessione critica e di analisi, priva di pregiudizi e di retorica, perchè comunque la si veda, niente è - nè mai potrà essere - come si vorrebbe che fosse. L'importante è allora non "imporre" nè "pretendere", prendendo semplicemente atto di come "stanno davvero le cose" legiferando in coseguenza, per ripristinare l'eguaglianza dei diritti ed evitando invece proclami spesso di comodo e opportunistici, che alimentano tensioni inutili e dannose contrapposizioni che potremmo ammettere solo in presenza di una "aderenza comportamentale assoluta" da parte degli istituti fondanti e dei predicatori che fomentano la piazza.