È certamente uno dei topoi più ricorrenti del cinema horror, nonché uno tra quelli più suggestivi. Stabilire, però, se cinematograficamente alla figura dell’autostoppista sia stato attribuito più volte il ruolo di killer, di ignari e benevoli automobilisti, o di vittima, di guidatori malintenzionati, è arduo. Operazione quasi impossibile, direi, visto che i film a tema non si contano. Il cinema horror, però, ci ha almeno insegnato a distinguere, da poche ma significative inquadrature, le due tipologie di autostoppista. Il killer, in genere, se ne sta fermo ai bordi della strada, aspettando che, in una notte in cui la pioggia non accenna a smettere, qualche animo gentile si fermi per offrirgli un passaggio. Indossa un inquietante impermeabile con cappuccio calato in testa, nasconde il proprio volto, non proferisce parola lungo l’intero tragitto e viaggia con un borsone piuttosto capiente e alquanto sospetto. Se, invece, chi cerca un passaggio è giovane, indossa uno zaino tipo scout e ha una gran voglia di parlare, allora il destino è scritto: sarà la prossima vittima di qualche pericoloso assassino. Insomma, non c’è dubbio che cinematograficamente, accettare un passaggio o darne uno è piuttosto pericoloso. Per un excursus cinematografico a tema non posso esimermi dal citare un film cardine come Non aprite quella porta, dove la comitiva di amici destinata a fare una brutta fine offre un passaggio proprio al fratello di Leatherface, sinistro presagio di quanto li attende. Evocativo, invece, il titolo dell’italiano Autostop rosso sangue, anche se a leggere la trama il film manca un pò di sostanza (sarà merito del legnoso Franco Nero?). Morti e sepolti, invece, è una gradita sorpresa, un film del 1981 ma che ricorda lo stile e l’atmosfera dei migliori horror a basso costo degli anni ’70. Infatti, come in tutti gli horror che si rispettino, anche in Morti e sapolti non può mancare una giovane autostoppista tra le vittime dei crudeli pescatori del villaggio! E poi, il capostipite degli horror con protagonisti adolescenti alle prese con le vacanze in qualche sperduto campeggio: Venerdì 13. The hitcher, uno dei più diabolici viaggi on the road che il cinema annovera. Un film che capace di scuotere il pubblico per la crudezza e la realisticità di alcune scene. E poi, anche se rappresenta una piccola variante sul tema, Detour – Autostrada per l’inferno, un drammatico viaggio in cui è il destino a complicare la vita di un autostoppista; Le autostoppiste, film praticamente sconosciuto (ma esiste e c’è chi ne parla bene!) del 1972 che ammonisce sulla pericolosità di chiedere passaggi automobilistici a sconosciuti. Tra gli ultimi arrivi c’è Zodiac, film che già dal trailer pare interessante e ben confezionato. Anche qui fare l’autostop può essere rischioso, perché sulle strade dell’America degli anni ’70 viaggia il temibile Zodiac, un serial killer realmente esistito e mai catturato che ha ispirato il film di David Fincher (uno che di serial killer se ne intende e che, stavolta, racconta di chi ha “realmente conosciuto”, Zodiac). Infine, per riderci su, chi non ricorda il povero Ben Stiller che in Tutti pazzi per Mary offre un passaggio in una notte piovosa a un taciturno passeggero con borsone e impermeabile? Un cliché azzeccato che inserito nella commedia risulta esilarante.
Con Franco Nero, Corinne Clery, David Hess, John Loffredo, Carlo Puri
Una coppia finisce ostaggio di un maniaco autostoppista contro cui, chi sopravviverà dovrà combattere per l’intera durata del film, alla disperata ricerca della propria salvezza.
Piove e la fretta di arrivare al campeggio per fare festa con gli amici è tanta. Ma ecco che un moderno Caronte in pick up accosta sul ciglio della strada. E comincia la festa!
Con Rutger Hauer, C. Thomas Howell, Jennifer Jason Leigh, Jeffrey DeMunn, John M. Jackson
In streaming su Amazon Prime Video
Che sventura caricare in auto la persona sbagliata al momento sbagliato. Che sfortuna incontrare nel deserto uno spietato assassino le cui colpe finiscono per ricadere sull’ignaro automobilista.
Esilarante anche se nella sua comicità. A farne le spese è ancora una volta l’ignaro automobilista, reo di aver dato un passaggio alla persona sbagliata.
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