Uno dei temi fondamentali del cinema americano è il rapporto dell'individuo con lo spazio urbano. La metropoli è specchio e centro simbolico dell'immaginario: il modo in cui i cineasti l'hanno rappresentata ci parla non soltanto delle infinite possibilità cinematografiche che questo spazio offre, ma soprattutto dei grandi mutamenti intervenuti nella percezione collettiva. Dalla città come luogo di perdizione e allucinazione alla naturalizzazione e introiezione dello spazio metropolitano. Giungle d'asfalto.
La digitalizzazione della notte metropolitana. Senza rigidità, senza compartimenti stagni: un dialogo di luce e spazio che avvolge i corpi. La città come elemento naturale, un oceano di segni.
Con William H. Macy, Julia Stiles, Joe Mantegna, Rebecca Pidgeon, Ling Bai, Frances Bay
Il controtipo negativo di Cruising: se nel film di Friedkin la città è rappresentata come un corpo, Gordon e Mamet la smaterializzano. Lo spazio come dimensione concreta è negato, la mente di Edmond lo decostruisce. Anzi, lo ha già decostruito. In sé.
Tutti i film elencati, tutto il cinema immaginabile è qui. Sulla Walk of Fame calpestata, strapazzata, vomitata da Nikki. Luogo mentale, ossessivo, corporeo, violento, digitale e astratto: INLAND EMPIRE.
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