Radiazioni BX distruzione uomo
- Fantascienza
- USA
- durata 81'
Titolo originale The Incredible Shrinking Man
Regia di Jack Arnold
Con Grant Williams, Randy Stuart, April Kent, Paul Langton
![Radiazioni BX distruzione uomo](https://www.filmtv.it/imgbank/LOC/R201907/bx36.jpg)
Quelli eran giorni che…. Tempi che sembrano appartenere a una “galassia” ancor più lontana di quella richiamata alla memoria nel memorabile incipit di “Guerre stellari”, una dimensione “altra” affascinante, aliena e definitivamente fuori dalla nostra portata quotidiana, tanto ci siamo modificati e “imbastarditi”… Sono probabilmente gli occhi innamorati della nostra verde età, quegli occhi vividi e pungenti capaci di mantenere attiva “l’immaginazione al potere” che consentivano a noi ragazzi da poco usciti dai disastri e dagli orrori della guerra, di leggere al di là del “mostrato”e di far diventare tangibile il fantastico (che la scarsità dei mezzi produttivi riusciva spesso solo a “suggerire”) a fare la differenza... quello sguardo incontaminato e “puro” che pretende adesso di mantenere intatta e immutata la miticità inalienabile del ricordo, perché è proprio “l’infanzia il luogo dell’Origine, l’età in cui le cose accadono per la prima volta”, quella in cui “si accede a una forma speciale di conoscenza, di comunione con la vita che, dopo, diventati persone adulte” purtroppo “perdiamo”... ma forse c’era ancora dell’altro, qualcosa di così “vero”, sentito e necessariamente “personale”, da risultare “incorruttibile” nonostante tutto, uno scarto dell’anima capace di mantenere attiva ancor oggi quell’esperienza densa di emozioni fino farla diventare indimenticabile e decisiva, qualcosa che gli anni sono riusciti solo a scalfire - ma non ad alterare e infrangere - perchè gli equilibri e le percezioni rimangono comunque potenti e vive nel ricordo… No… io ne sono certo, non si tratta semplicemente di nostalgia e rimpianto (o per lo meno, non soltanto di questo): c’era davvero “qualcosa di più” e di meglio in quelle storie paurosamente disarmanti che ci tenevano incollati alla poltrona col fiato sospeso e il cuore che batteva all’impazzata… c’era la creatività perduta della fantasia che ci permetteva di “attraversare” il bianco telone dello schermo diventando a nostra volta indiscussi e audaci protagonisti di avventure impossibili in universi sconosciuti e infidi… Anni così “sbiaditi” da risultare adesso quasi impercettibili (la memoria è labile e tende a “dissolversi” se non viene coltivata) ma che non possono però essere disattesi e disconosciuti: un’epoca quella alla quale mi riferisco, in cui il genere fantascientifico (in senso lato) rappresentava – vivaddio - uno dei filoni più frequentati, stimolanti e innovativi del cinema americano (e non solo)… certamente una fetta consistente dell’immaginario non soltanto infantile… un cinema spesso “povero” ma adulto e problematico, magari relegato nell’affascinante segmento dei b-movie così meraviglioso ed elementare (la nostalgica rivisitazione appassionata di Joe Dante con “Matinée” è sufficiente a riproiettare nel presente quel passato e a restituirci intatto il clima ed il trasporto emotivo di indimenticabili esperienze vissute in sale straripanti e rumorose sature di odori acri e pungenti in cui si celebrava soprattutto la domenica pomeriggio, il “rito perduto della visione collettiva”), all’interno del quale con quattro soldi e molto ingegno, registi davvero “con le palle”, inventivamente creativi e fortemente “intuitivi” per la scelta dei temi e le soluzioni adottate spesso arditamente vicine “ai confini della conoscenza”, riuscivano a “ridisegnare” a loro modo la (ir)realtà quotidiana interpretando le angosce ed i bisogni ansiogeni di intere generazioni impaurite e insicure che uscivano da traumi profondi, arrogandosi però al tempo stesso il compito e la liceità di esercitare una critica feroce e sotterranea spesso “politicamente scorretta” verso le degenerazioni filosofiche e comportamentali che solo il genere “fantastico della proiezione” riusciva a rendere digeribile al sistema. Parlo ovviamente del cinema di fantascienza degli anni ’50 un decennio fortemente creativo e irripetibile che ha regalato molte perle rare, pellicole indimenticabili che grazie all’intelligente acume dei loro autori, riuscivano a mantenere attivo divertendo, un fortissimo “senso critico”, perché metaforizzavano molte delle storture e delle preoccupazioni che inquinavano gli animi (parlando di mostri e di “possessioni”, si poteva così tentare di mantenere attiva la guardia “denunciando” indirettamente ma con acume, le insinuanti perversioni ideologiche del maccartismo o, per contrapposizione dottrinale, il terrorizzante spiazzamento del marxismo dilagante che, se non debellato in tempo, si immaginava capace di coercire le coscienze fino a “ribaltare” ogni certezza acquisita anche con il semplice indottrinamento ritenuto sufficiente a renderci “alieni a noi stessi”. Si potevano al tempo stesso amplificare e rendere concrete persino le angosce ancestrali derivanti oltre che dalle “invasioni barbariche” e dal terrore dell’ignoto e dell’insolito-che rende intolleranti nei confronti di ogni presunta diversità - anche quelle rappresentate dal pericolo atomico particolarmente avvertito come minaccia incombente, dopo Hiroshima). Ecco allora il primo Roger Corman de “Il mostro del pianeta perduto” e de “Il vampiro del pianeta rosso”, il Terence Fisher di “Viaggio nell’interspazio”, il superbo Val Guest della saga di Quantermass (“L’astronave atomica del Dottor Quantermass”, “I vampiri dello spazio”) e del fantasioso “Il mostruoso uomo delle nevi” oltre che del più tardo e già meno interessantecalante “.. E la terra prese fuoco”… Ecco Byron Haskin, che oltre ad avere la paternità di uno dei primi grossi colossal del genere dal forte impegno produttivo come “La guerra dei mondi” sarà artefice di altre significative pellicole come “La conquista dello spazio” o, “Dalla terra alla luna”. Ecco il Rober Wise pacifista di “Ultimatum alla terra”, il Kurt Neuman avventuroso di “RXM destinazione luna”, “Kronos, conquistatore dell’universo” e dell’inquietante “L’esperimento del Dottor K” magnificamente reinventato in tempi più recenti dall’angosciante visionarietà di Cronenberg, e ancora “Il cittadino dello spazio” del quasi omonimo Joseph Newman, “I conquistatori della luna” di Brannon, “Assalto allo spazio” e “Banditi atomici” di Edward L. Cahn, “A 30 milioni di km dalla terra” di Nathan Juran, “La cosa da un altro mondo” (poi rivisitata da Carpenter con uno dei più sorprendenti e terrificanti horror contemporanei) di Nyby e Hawks, “Il fantasma dello spazio” di Lee Wilder, “Fluido mortale” di Yeaworth con un giovanissimo Steve McQueen, “Ho sposato un mostro venuto dallo spazio” di Gene Fower Jr:., “La guerra di domani” di Spencer Gordon Bennet, “La mantide omicida” di Juran, “La meteora infernale” e “Il terrore sul mondo” di Sherwood, “Mondo senza fine” di Edward Bernds (anticipatore di molti dei temi che renderanno poi sconvolgente “Il pianeta delle scimmie”), il classico “Il pianeta proibito (rilettura astrale della Tempesta di Shakespeare) di McLeod Wilcox, “La terra esplode” di Dickson, “La terra contro i dischi volanti” di Fred F. Sears, la s.f. adulta e dichiaratamente accusatrice de “L’ultima spiaggia” di Stanley Kramer, “I 27 giorni del pianeta Sigma” di Asher, “Uomini sulla luna” da Heinlein di Pichel , “Quando i due mondi si scontrano” di Matè, “L’invasione degli ultracorpi” di Don Siegel (uno dei risultati più eclatanti e coinvolgenti, nonostante, più volte ripreso e rifatto ma mai eguagliato… nemmeno da Ferrara che ha tentato una “posposizione” militarizzata del tema)… etc.. etc. etc. (e l’elenco potrebbe essere davvero ancora molto lungo… addirittura interminabile se si analizzassero le produzioni anche di altre cinematografie particolarmente attive, come per esempio quelle provenienti dal Giappone), senza dimenticare, dulcis in fundo, il grandissimo apporto “genialoide” di Jack Arnold (perché è proprio di lui che intendiamo parlare in questa circostanza) uno dei più prolifici “inventori” di incubi non omologati, colonna portante e prioritaria che ci ha regalato più di un capolavoro da “Radiazioni BX: distruzione uomo” il suo maggior risultato in assoluto (ed è proprio la recente uscita in dvd di questa pellicola ad aver “stimolato” la play) a “Il mostro della laguna Nera” passando da “Tarantola” o dal promettente esordio di “Destinazione terra”. I suoi titoli realizzati nel decennio (c’è solo un piccolissimo e perdonabile smarginamento) - ognuno dei quali è una tappa fondamentale di quell’esperienza creativa - sono citati qui di seguito in ordine di mia personale preferenza (si potrebbe aggiungere il riferimento a un settimo titolo: “Ricerche diaboliche”…pellicola però decisamente minore e poco significativa, tardo frutto quasi conclusivo per quanto riguarda l’esperienza fantascientifica del regista e che è per questo oggettivamente obliabile). Da segnalare una piccola curiosità: sarà proprio con Jack Arnold che farà le sue primissime apparizioni sullo schermo (semplici comparsate e poco più) Clint Eastwood….
Titolo originale The Incredible Shrinking Man
Regia di Jack Arnold
Con Grant Williams, Randy Stuart, April Kent, Paul Langton
Titolo originale Creature of the Black Lagoon
Regia di Jack Arnold
Con Julie Adams, Ben Chapman, Richard Carlson, Richard Denning
Titolo originale It Came From Outer Space
Regia di Jack Arnold
Con Richard Carlson, Barbara Rush, Charles Drake, Russell Johnson
Titolo originale Tarantula
Regia di Jack Arnold
Con John Agar, Mara Corday, Leo G. Carroll, Nestor Paiva
Titolo originale The Space Children
Regia di Jack Arnold
Con Michael Ray, Jackie Coogan, Adam Williams, Peggy Webber, Johnny Washbrook
Titolo originale The Mouse That Roared
Regia di Jack Arnold
Con Peter Sellers, Jean Seberg, David Kossoff
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta