Lettere per la libertà
- Drammatico
- USA
- durata 93'
Titolo originale Nightjohn
Regia di Charles Burnett
Con Allison Jones, Carl Lumbly, Beau Bridges, Monica Ford
Rileggo stasera una playlist postata un paio di giorni or sono (peraltro da un autore da me stimato ed ammirato quale fine scrittore, abilissimo creatore di paradossi e geniale umorista), la rileggo e, per quanto avessi inizialmente rinunciato a farlo, proprio non riesco a non replicare. Il titolo della play in questione è “Questa lucida e disperata Oriana”. In essa leggo affermazioni come “Abbiamo abbassato i pantaloni e abbiamo girato il culo nudo verso la Mecca. Ad un popolo che non scinde nulla dalla religione, iroso e ottuso, che non è assolutamente disposto a scendere a compromessi, che vuole il proprio credo riconosciuto e rispettato me che non è disposto a fare altrettanto, che non rispetta i diritti umani per formazione culturale, i diritti delle donne, degli omosessuali, dei cani e dei gatti. Non parliamo dei maiali poi. Che impone ciecamente il proprio credo sbattendosene bellamente delle leggi e dei regolamenti che guidano le società di carità che li hanno presi in custodia, non riconoscendo come tale lo Stato che li ospita. Una parasocietà che cresce come un tumore nutrendosi di tutto ciò che trova, fiaccandone i pilastri, disconoscendo la cultura ospitante ritenuta offensiva. Una società fascista. Il tumore che ha ucciso Oriana Fallaci è l’amore per la sua terra, violentato da un mostro.” Cose che - in tutta sincerità - mai avrei creduto potessero uscire da una ‘penna’ (tastiera?) solitamente così arguta e raffinata come quella dell’amico Rototom. Sento gettar discredito su una civiltà gloriosa e millenaria, senza distinguo alcuno. Sento definire l’Islam “un tumore” che minerebbe dall’interno la sanità ed il funzionamento del nostro (vostro..? ecco, meglio) tonico e fieramente genuflesso ‘organismo’ di probi occidentali. L’immagine del “culo nudo” girato verso la Mecca è degna poi del miglior Borghezio intento ad arringare la folla a Pontida. Sento parlare di ingratitudine nei confronti d’un paese “ospitante” (!), quasi a voler far finta di non comprendere la tragicità e la costrizione sottese ad ogni fenomeno migratorio di massa (evitiamo, per brevità, di star a sottolineare che parlare di ‘gratitudine’ nei confronti dell’ “occidente ospitante”, tenuto conto che meno del 20 % del pianeta detiene l’80% delle ricchezze presenti in esso, mi pare operazione intellettualmente non correttissima e degna di chi al posto della faccia suole portare, fiero, quella stessa parte anatomica di cui sopra, da rivolger verso la Mecca..). La frase “Allora che stiano zitti almeno a rosicchiare il loro kebab solidale che per inciso è una piadina con della carne, non hanno inventato proprio nulla” è poi impagabile, quasi a voler sottolineare l’innegabile “Superiorità della Civiltà Occidentale” financo in campo gastronomico (!), roba degna del miglior Sandro Bondi. Del resto già nei giorni precedenti la scomparsa della Fallaci (vero punto di riferimento culturale di certi pensatori 'di sinistra' col vizietto della xenofobia) s’erano lette, a firma di un altro autorevole utente, affermazioni del seguente tenore: "Per giudicare gli islamici (e non parlo dei terroristi, dei capi religiosi, ma delle persone comuni) occorre averli frequentati, vedere come ti guardano se sanno che sei frocio, sentirli parlare della posizione che una donna deve avere nella società". Notare come l’autore tenga a sottolineare il riferimento della sua dotta analisi non già limitato ai capi religiosi o ai terroristi.. bensì esteso a tutti, ma proprio TUTTI gli islamici presenti sulla faccia della terra (la Fallaci stessa parlò di unico, immenso “stagno” che avrebbe inzaccherato le immacolate vesti di noi probi esportatori di civiltà a suon di missili sui bambini). Che gli appartenenti ad una qualsiasi ‘minoranza’ più o meno oppressa subiscano poi, molto spesso, l’inevitabile tentazione di gettar fiele su ALTRE minoranze per poter dar più forza ai propri teoremi vittimistico-persecutori è fenomeno risaputo, e del tutto spiegabile attraverso l’applicazione di meccanismi psicanalitici davvero elementari. Ma non è questa la sede più adatta, dunque procediamo. O forse no. Già perché chissà mai che il sottoscritto non rientri in quella detestabile categoria (toh.. un’altra..) di “chi sproloquia e non lavora, non sta in mezzo alla gente e vive di chimere, non tocca con mano per paura di sporcarsi ma sostiene che la merda non macchi, chi vive di ideali riportati a memoria in barba a qualsiasi realtà. Ragazzetti cresciuti e mantenuti fino all’età della (s)ragione che non avendo mai affrontato il mondo reale (s)ragionano di cose che conoscono solo a metà." Già.. forse sono proprio io.. e dunque non ho diritto di parlare. Forse sono l’archetipo del ragazzetto viziato che gioca a fare il pacifista dal divano di casa sua.. il no-global lobotomizzato e modaiolo che grida slogan retorici solo per sentirsi parte d’un gruppo.. il figlio dell’industriale coi rasta e la kefiah che si stordisce di marijuana e presenzia ai collettivi universitari per fare il fico con la stangona del quinto anno. O FORSE NO. O forse alcuni di coloro che RISPETTANO una Civiltà Altra, dico alcuni, non tutti, lo fanno a ragion veduta.. forse si son anche loro “sporcati le mani” (Rototom parla di “merda”, quasi a rimarcare che la povertà ed il disagio di certe fasce sociali vadano rimossi, allontanati dai nostri occhi e dalle nostre coscienze di probi occidentali ‘progressisti’ e ricacciate giù nella fogna – o “stagno” – tra i ‘flussi indesiderabili’..), forse costoro che si riempion la bocca con fonemi quali “libertà, pace, multietnicità” ogni tanto lavorano anche loro.. forse si fanno pure carico di altre persone.. forse non sono tutti studentelli arroganti e viziati, no.. forse alcuni di loro stanno perfino A CONTATTO con la comunità islamica, ogni giorno, nel loro quartiere, nei negozi che frequentano come sui mezzi di trasporto pubblico, e magari financo nei palazzi in cui vivono! e forse, ma dico FORSE, conoscono tale realtà perfino meglio di certi dandy progressisti-fino-a-che-non-mi-vieni-a-rompere-i-coglioni-a-casa-MIA.. di certi borghesi ‘individualisti’ con la tessera di rifondazione o dei radicali, l’audi 80, la poltroncina ikea, il barolo invecchiato diec’anni, l’arredamento da giardino e la deliziosa casetta appena ripitturata e strapiena zeppa d’antifurti per tener lontano il Nemico che viene da fuori. Quando molto più spesso quello vero, di nemico, ci parla da DENTRO. Dico FORSE.. perché di certezze dogmatiche come quelle che ho letto non mi sento d’averne, io. E di sicuro non giudico nessuno aprioristicamente.. figurarsi un’etnìa. La play in questione chiosa poi con un ‘parallelismo’ assai significativo, quello tra il Nemico islamico ed il Nemico meridionale, pardon ‘terrone’.. “E’ un po’ come quando calarono al nord i primi terroni. I Terroni si, non i meridionali, i terroni :quelli che ti picchiavano se li guardavi per strada , che sgommavano ai semafori, che importunavano pesantemente le ragazze, che rubavano tutto solo per farti fesso, che giravano col coltello a 12 anni, che chiamavano tre generazioni di parenti a menarti se per caso ti capitava di litigarci e loro, i parenti, ti menavano tutti contenti. Che ti provocavano solo per avere un pretesto per la rissa, che ti rapinavano per strada, che parlavano ad alta voce da un capo all’altro del tavolo, che non azzeccavano un congiuntivo e se glielo dicevi, come ti diceva la maestra ti guardavano incazzati e ruttavano un “Ccheccczzo v’oi…”…….i primi vennero su, nei primi anni ’70 a Reggio Emilia direttamente dalla calabria, al seguito del boss Dragone in soggiorno coatto nella città campagnola e civile, il quale naturalmente impiantò i primi arbusti di quella che è la fiorente mafia del nord, almeno da noi.” Già.. il periodo comincia con un “è un po’ come..”, direi che il seguito si commenta da sé. L’ “almeno DA NOI” finale, poi, basterebbe da solo a riassumere l’intero meccanismo mentale di chi scrive. L’equazione ALTRO = NON ME = ? = NEL DUBBIO: NEMICO = ISLAM CATTIVO E OMOFOBICO (!) = TERRONI VIOLENTI E MAFIOSI = STASERA VADO A LETTO PIU’ LEGGERO = HO SCARICATO UN PO’ DI RABBIA IN ECCESSO è completa. E il procedimento è, seppur criticabile, umanamente comprensibilissimo. Concludo citando l’ennesimo passaggio. Scrive l’autore della play qui analizzata “E’ molto facile scrivere “fascista” da dietro uno schermo di computer quando il fascismo l’hai letto sui libri di storia, ma è da stupidi non riconoscerlo nel momento in cui ce l’hai sotto casa.” Principio validissimo, senza alcun dubbio, senonchè, a parer del sottoscritto, è altrettanto inquietante il rischio di non riconoscerlo nel momento in cui ce l’hai ogni mattina davanti allo specchio.
Titolo originale Nightjohn
Regia di Charles Burnett
Con Allison Jones, Carl Lumbly, Beau Bridges, Monica Ford
Titolo originale La Haine
Regia di Mathieu Kassovitz
Con Vincent Cassel, Hubert Koundé, Saïd Taghmaoui, Abdel Ahmed Ghili
Regia di Alfredo Angeli
Con Francesco Bonelli, Raffaella Formicola, Massimo Dapporto, Angela Finocchiaro
Ogni confronto-scontro va fatto a viso aperto. Senza censure nè ipocriti eccessi di diplomazia. Così la vedo io. A torto o a ragione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta