7 opere al cui centro è la figura del reduce, i cui risvolti, perfettamente a proprio agio negli ambienti di guerra, devono fare i conti con un più arduo conflitto: quello post-bellico di una realtà che sembra vergognarsi di lui, ignorarandolo o rifiutandolo. E il riscatto è doloroso. Sebbene ci sia anche chi, nonostante le iniziali difficoltà, non demorda e riesca a risollevarsi.
Con Fredric March, Dana Andrews, Harold Russell, Myrna Loy, Teresa Wright, Virginia Mayo
Il ritorno a casa riserva più di un'amara sorpresa per tre commilitoni uniti, però, da un'amicizia solidale e da un reinserimento difficile, ma non impossibile.
Con Marlon Brando, Everett Sloane, Teresa Wright, Jack Webb, Richard Erdman
E' sufficiente quella prima immagine sul soldato Brando (al suo debutto sul grande schermo) a farne un divo, in un'interpretazione coraggiosa e toccante.
Se la guerra è materialmente finita, da un punto di vista psicologico non lo è per l'ex-soldato Ethan Edwards, che l'odio atavico conduce lungo una scia di violenza tesa ad annullare qualsiasi reinserimento.
Il tema del reinserimento nella società si sposa a quello della paranoia: una guerra personale che pone il reduce Travis Bickle nella condizione di un gesto che possa redimerlo. Ma è solo barbaro e violento...
Con Jane Fonda, Jon Voight, Bruce Dern, Robert Carradine, Robert Ginty
C'è chi ha combattuto e si macera dentro, prima che la realtà lo trasformi in un pacifista. E chi sente di dover continuare a combattere, senza però trovare un posto nemmeno in azione: la dicotomia non potrebbe essere più chiara.
Il reinserimento non solo è difficile, addirittura impossibile. Non è il caso di privare il reduce anche della sofferenza interiore: l'unica cosa che gli resta. Mai stuzzicare il can che abbaia...
Una presa di posizione opinabile, tronfia e bigotta, dà la possibilità a un suo "figlio" di trovare nel pacifismo la via del riscatto e della redenzione.
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