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INTERVISTA AD ORNELLA MUTI:SPOPOLA.
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INTERVISTA AD ORNELLA MUTI:SPOPOLA.

INTERVISTA A ORNELLA MUTI Eccomi a te caro Rosario. Queste sono le mie domande (spero di non essere stato troppo pretenzioso e pedante): 1 -Lei signora Muti è stata sempre molto accorta nel gestire il suo “privato” ma nonostante questo suo encomiabile riserbo, più volte i media non l’hanno analogamente rispettata e “difesa”. Ci si sono anzi spesso “catapultati” con prepotenza fiutando lo scoop, “violando” così inopinatamente i suoi incontestabili diritti di riservatezza e sempre in momenti particolarmente dolorosi e contrastati della sua vita affettiva, più attenti allo “scandalo” che alla “sofferenza”, dimostrando così scarsa sensibilità e altrettanto poco riguardo. Io sono fermamente convinto che una “invasione” così “violenta” sia sempre e comunque inopportuna, e non giustificata, nemmeno quando i fatti riguardano personaggi noti e famosi, se non si riferiscono all’aspetto pubblico e alla attività artistica del loro vissuto e credo di trovarla perfettamente d’accordo su questo punto. Se non le costa troppo dolore ritornare su certi momenti sicuramente drammatici, potrebbe sintetizzare gli stati d’animo con cui ha affrontato quelle “imbarazzanti” intrusioni e come (e dove) ha trovato la forza necessaria per riacquisire la serenità per “ricostruirsi” e “ritrovarsi” nonostante le insinuazioni e le “cattiverie” che hanno tentato (fortunatamente non riuscendoci) di travolgerla?SONO STATA SPESSO TRAUMATIZZATA,SOPRATTUTTO DA GIOVANE.RICORDO GIRAVO ROMANZO POPOLARE DI MONICELLI ED ERO INCINTA.TUTTI A SCAVARE,A CERCARE.QUANDO E' NATA NAIKE NON HO RIVELATO IL NOME DEL PADRE.NON ERA PIU' IL MIO UOMO,NON LO ERA MAI STATO.UNO SPAGNOLO INCONTRATO NELLA "FASE SPAGNOLA" DELLA MIA CARRIERA.CON IL TEMPO,PUR NON APPREZZANDO CERTE VIOLENZE,HO BEN METABOLIZZATO.FA PARTE DEL DIVISMO,NEL BENE E NELA MALE,VALERIO. 2-Un altro aspetto molto positivo del suo vissuto, è a mio avviso quello di aver sempre privilegiato la propria vita privata e affettiva anche quando questa determinava la necessità di pesanti rinunce che potevano creare grossi ostacoli per una adeguata espansione della sua carriera artistica. Questa è una prerogativa che difficilmente si riscontra nel mondo del cinema e che ai miei occhi la fanno brillare di una luce particolarmente intensa. Mi piacerebbe avere la conferma che al di là dell’amarezza per un risultato affettivo non sempre conclusosi in sintonia con le proprie aspettative, rimane ancora oggi immutata in lei la “certezza” che quelle “rinunce” rappresentavano comunque la decisione “più giusta e necessaria”, e questo indipendentemente da come poi sono andate a finire le storie e i rapporti, e che riproponendosi le stesse circostanze, lei sarebbe ancora disponibile ad operare nella stessa direzione, a conferma che non esistono risultati artisti e notorietà internazionale che possano compensare la serenità intensa di un sentimento e il privato rapporto della coppia.COME BEN RACCONTI DI ME,HO RINUNCIATO AD HOLLYWOOD PER AMORE.MI SONO DISSANGUATA PER AMORE.MA CHE BELLO POTER AVERE UNA VITA INTERIORE.RINUNCIARE A 007,SOLO PER I TUOI OCCHI O SPLASH,UNA SIRENA A MANHATTAN PER UN UOMO CHE AMAVO.OGGI SONO FIERA DI QUESTE SCELTE,POTEVO DIVENTARE UNA "STRONZA" SENZ'ANIMA.OGNI TANTO PERO' IN AMERICA CI TORNO,PENSIEROSA,MALINCONICA MA SENZA RIMORSI.CI TORNO,MA DA ATTRICE FORTEMENTE EUROPEA. 3-E’ imminente l’uscita sui nostri schermi di “Chiedi alla polvere” tratto da un romanzo di John Fante che a mio avviso è uno dei più importanti e significativi autori del novecento purtroppo da noi non sufficientemente considerato. Lei ha avuto il privilegio di “confrontarsi” con questo autore qualche anno fa (mi riferisco ad “Aspetta primavera, Bandini” un film che non ha avuto l’esito e il riscontro – anche di critica - che avrebbe meritato) affrontando il bellissimo personaggio della moglie di Bandini all’interno di un cast “all star”. Mi piacerebbe condividere la conoscenza dei suoi personali ricordi roferiti a questa particolare esperienza che a mio avviso rappresenta una dei risultati più maturi” della seconda fase del suo percorso artistico.VENIVO DA "CODICE PRIVATO" CON IL QUALE AVEVO VINTO TANTI PREMI,LO SCRIPT ERA INTERESSANTE.JOE MANTEGNA UN PROTAGONISTA D'ECCEZIONE.HO RICORDI BELLISSIMI,TENERI DI UN FILM IMPORTANTE,PER NULLA CAPITO. 4-Lei sta dimostrando una “generosità” eccezionale avendo contribuito ad avallare con la sua presenza che rappresenta una indubbia garanzia per la successiva “visibilità” del prodotto al momento della distribuzione in sala, opere di esordienti o quasi (e non mi riferisco solo al film della Giorgi alla quale la so legata da profonda amicizia, o alla sorprendente opera seconda di Asia Argento, dove per altro ha accettato di recitare in un ruolo sicuramente stimolante, ma che solo pochissime “dive” della sua generazione avrebbero avuto davvero il coraggio di affrontare, visto la sua sgradevolezza). Si è trattato di “calcolo”, “necessità” o di “altruismo”? (io ovviamente propendo per la terza ipotesi perché sono fermamente convinto che lei ha ancora la possibilità di “scegliere” come ha sempre fatto e se avalla un progetto è perché ci crede e lo fa “suo”. Dare possibilità concrete alle inesperienze di autori sconosciuti ma che si ritiene meritevoli di “confrontarsi” col mercato, non è quindi un merito secondario, ma può rappresentare anche un privilegiato percorso di crescita personale che le fa sicuramente onore).AMO MOLTO LE OPERE PRIME.ELEONORA GIORGI ED ASIA ARGENTO MI HANNO FORTEMENTE VOLUTA.MI HANNO REGALATO DUE RUOLI INTENSISSIMI.LE ADORO. 5-In “Terra del fuoco” di Littin (un altro film a mio avviso troppo frettolosamente liquidato da una critica superficiale spesso con troppa “puzza sotto il naso”), si è trovata nuovamente dopo moltissimi anni dal personaggio di Cass che so essere uno dei suoi preferiti, a “riprodurre” sullo schermo, sia pure in un contesto assolutamente differente e difforme, il personaggio di una prostituta. Le differenze sono ovviamente sostanziali, ma mi piacerebbe avere da lei un “contributo critico” sul differente approccio che ha avuto nell’affrontare i due personaggi e soprattutto se la “forte” esperienza con Ferreri le è stata di aiuto per definire la dissimile psicologia (certamente più poetica e meno autodistruttiva rispetto a Cassa quello della protagonista del film di Littin) di questa figura di donna fortemente segnata dalla vita e dalle circostanze. CASS E' UN PERSONAGGIO DISTRUTTIVO,COINVOLGENTE,LONTANO EPPUR BELLISSIMO,DIFFICILISSIMO ED INTENSO....LA PROSTITUTA DI "TIERRA DEL FUEGO" E' UNA SUD-AMERICANA DIVERTENTE,SOLARE E FOCOSA.UN PERSONAGGIO MOLTO PIU' SEMPLICE. 6-Che cosa ne pensa della situazione attuale del cinema mondiale (e particolarmente di quella del cinema italiano che sembra dare “timidi” segni di ripresa?) a mio avviso entrambi in “fortissima “crisi di identità salvo poche (ma fortunatamente non infrequenti) “eccezioni”? Lei ha sicuramente avuto con Ferreri un rapporto privilegiato (non è il solo regista con il quale si è trovata più volte a lavorare ovviamente, ma è quello coi ordinaria follia), ma anche due altre figure indimenticabili di donna al quale il regista ha assegnato – tramite la sua presenza - un valore altamente simbolico sia in “L’ultima donna” che in “Il futuro è donna”. E’ d’accordo su questa interpretazione oggettiva o ha al riguardo un differente punto di vista? E ha “particolari” ricordi nostalgici che la legano a questa sicuramente indimenticabile esperienza che ha avuto anche valore “di formazione” e di crescita non solo sotto il profilo artistico ma anche sotto il profilo del “confronto” interpersonale di due umanità certamente in sintonia, ma sicuramente “contrapposte”?IL CINEMA,IN GENERALE,VIVE ALTI E BASSI.COMUNQUE ESISTONO ANCORA TANTI FANTASTICI REGISTI,SCENEGGIATORI ED ATTORI.IL CINEMA ITALIANO E' IN CRESCITA,SOTTO CERTI ASPETTI,NE SONO MOLTO FELICE.FERRERI HA COSTRUITO SU DI ME "DONNE-METAFORA".MI HA INSEGNATO E REGALATO TANTO 7-Ho ovviamente anche io molto apprezzato Cass e il coraggio della “sfida” (ampiamente vinta, come dimostrano i moltissimi riconoscimenti anche ufficiali ricevuti) e comprendo perfettamente le ragioni che la portano a palpitare in maniera particolare per questa indimenticabile “caratterizzazione”. Tuttavia io se penso a lei, preferisco identificarla principalmente (o mi viene forse più spontaneo farlo) con le due stupende figure femminili che ha interpretato in “Romanzo Popolare” di Monicelli e “La stanza del vescovo” di Risi, due fulgidi esempi del periodo “d’oro” della cinematografia nostrana. Quale è la sua posizione rispetto a queste due donne così differenti fra loro (certamente più ambigua e controversa quella mutuata dal romanzo di Chiara)i che rappresentano indubbiamente due delle tappe fondamentali per il consolidamento del “mito” ma non solo in una realtà (quella della critica italiana) all’interno del quale la “troppa bellezza” ha spesso rappresentato un handicap insormontabile per essere “giudicati” senza eccessivi pregiudizi anche sotto il profilo della “resa interpretativa”?DUE FILM BELLISSIMI,DUE DONNE SENSUALI,INTENSE E CONVINCENTI.DUE MOMENTI FONDAMENTALI DELLA MIA CARRIERA. RISI E MONICELLI,COME D'ALTRONDE SCOLA,SONO REGISTI FONDAMENTALI PER IL CINEMA ITALIANO.8-Nella Stanza del Vescovo lei ha avuto come partner (oltre ovviamente all’indimenticabile Tognazzi) Patrick Dewaere, un attore a me particolarmente caro prematuramente (e tragicamente) scomparso. Che contributo di “conoscenza diretta” può fornirmi al riguardo, soprattutto in relazione alle differenti “fortune” di due personalità (parlo di Dewaere e Depardieu) emerse contemporaneamente con il film I Santissimi e (sembrava) destinate ad analoghe fortune, e che invece hanno avuto esiti così opposti nel percorso successivo delle loro personali carriere affermative? Mi permetto di rivolgere a lei questa particolare domanda, per il semplice fatto che lei li ha incontrati entrambi nel suo percorso artistico (e Depardieu più di una volta) e che quindi più di altri potrà essere in grado di evidenziare le inevitabili differenze “esistenziali” verso il lavoro ma anche rispetto alla vita dei due personaggi, probabili cause principali di questa dicotomia e dei conseguenti “esiti” e risultatiDEWEARE ERA BELLO,INTENSO.CHE PECCATO.DEPARDIEU E' UNA FORZA DELLA NATURA,UN ATTORE POLIEDRICO E SORPRENDENTE.. 9-“La ragazza di Trieste” è stata un’altra coraggiosa scelta che l’ha portata ad affrontare un personaggio diverso e controverso. Secondo me, data la “tragicità” del personaggio, qui i risultati potevano essere di ben altro spessore se si fosse “osato” di più e in presenza di un regista più carismatico e personale (ma forse sono semplicemente io che sono prevenuto e che ritengo Pasquale Festa Campanile un ottimo sceneggiatore che avrebbe dovuto dedicarsi a questa attività nel quale ha dato il meglio di sé, anziché passare dietro la macchina da presa). Ho “rivisto” abbastanza di recente il film e mi sembrato di avere avuto ancora una volta la netta impressione – e la conferma - che qui (a differenza de lavoro svolto con altri registi) lei sia stata lasciata un po’ troppo sola a “risolvere” il personaggio e il suo percorso all’interno della pazzia, e che forse per questo non risulta perfettamente delineato e compiuto. E’ semplicemente una mia pretenziosa impressione questa, o esistono invece dei realistici (e condivisibili) fondamenti di verità al riguardo che hanno un poco inficiato la potenzialità dei risultati che potevano essere raggiunti e che lasciano in lei qualche piccolo rimpianto?FORSE HAI RAGIONE MA CHI PUO' DIRLO."LA RAGAZZA DI TRIESTE" E' UN FILM CHE AMO MOLTO. 10-Con “Codice Privato” di Maselli lei ha avuto l’ardimento di confrontarsi con riferimenti “ingombranti” come Cocteau, Rossellini e la Magnani. E’ pur vero che lo sperimentalismo formale del contesto indirizzavano la prova verso una dimensione diversa, ma si sapeva perfettamente che i raffronti sarebbero stati inevitabili. Quando le è stato prospettato il progetto ha avuto per questo dei “timori referenziali” che l’hanno resa titubante o ha invece deciso di accettare subito la sfida “stimolata” dalla competizione inevitabile? Ed è stata poi soddisfatta dei risultati raggiunti e delle attenzioni critiche che le sono state riservate? NON POTEVO COMPETERE CON UNA GRANDE COME LA MAGNANI.LO SAPEVO.NON VOLEVO PROPRIO FARLO IL FILM.POI SIA VERDONE CHE MASELLI MI HANNO CONVINTO.LA MIA NOMINATION ALL'OSCAR EUROPEO UNA CONFERMA DELLA SENTITA PERFORMANCE.CODICE PRIVATO RESTA,CON "IO E MIA SORELLA "E "STORIE DI ORDINARIA FOLLIA",IL FILM PIU' IMPORTANTE DELLA MIA CARRIERA.11-“Leonor” è un’altra delle pellicole che mi stanno particolarmente a cuore, non solo per la peculiarità del soggetto “gotico” e per il cast (questo non sarebbe stata certo una novità visto che lei ha praticamente lavorato spesso all’interno di cast stellari, diretta da registi di formidabili capacità) ma anche e soprattutto in funzione del nome del regista (che a mio avviso sfruttava semplicemente la notorietà e le credenziali di essere il figlio del grande Bunuel, visto che dopo è praticamente scomparso dalla scena)… Anche in questa circostanza penso che possa esser di particolare interesse il contributo dei suoi ricordi preziosi non solo rispetto al regista ma anche ai rapporti con Piccoli e la Ullman.DUE ATTORI FORMIDABILI.INCREDIBILI.LI HO NEL CUORE. SOPRATTUTTO LA ULMANN.12-Pensa che nonostante tutto l’America e Hollywood avrebbero dovuto offrirle delle occasioni migliori e più “consistenti”di quelle che le ha riservato? SONO STATA IO A NON SAPER ENTRARE NEI MECCANISMI DEL CINEMA USA.NONOSTANTE I CIRCA 10 FILM GIRATI,NON ME LA SONO SENTITA DI RESTARE IN AMERICA13-A parte Ferreri quali sono i registi e gli attori con i quali si è trovata più a suo agio (o meglio con i quali ritiene di avere avuto maggiori “affinità elettive?”)VERDONE,NUTI,POZZETTO,MASTROIANNI,GASSMAN,TOGNAZZI,SORDI,TROISI,JEREMY IRONS,ARMAND ASSANTE,STALLONE,DELON,RUPERT EVERETT,LA SANDRELLI,TIMOTHY DALTON,LUCIA BOSE',IRENE PAPAS,CELENTANO,VILLAGGIO,BOLDI,LIV ULLMAN ....TANTI FORSE TROPPI.VERDONE,NUTI E JOHN LANDIS COME REGISTI,A PARTE QUELLI GIA' CITATI.14-Non ritiene che il cinema in generale (ma particolarmente quello italiano) sia troppo “avaro” di ruoli al femminile quando si va oltre la presenza “decorativa” e che spesso si tenda troppo a indirizzare le scelte verso “le solite note” lasciando liberi spazi troppo esigui, dimostrando scarso coraggio e troppa ripetitività?E' COSI'.PURTROPPO. 15-Anche in “Domani” della Archibugi il personaggio che lei ha affrontato ha rappresentato una ulteriore (e insolita per lei) tappa di esplorazione all’interno della già vasta gamma di donne che avevano contrappuntato il suo percorso artistico fino a quel momento. Io ho trovato questa scelta molto “intelligente” e pensavo che avrebbe dovuto pagare di più in termini di ritorno per lo meno sotto il profilo dei riconoscimenti da parte della critica. Lei è d’accordo con me per quanto riguarda questa “scoraggiata visione d’insieme” o si ritiene invece in ogni caso soddisfatta, indipendentemente dall’esito complessivo, per la positiva possibilità offertale da questa “innovativa” esperienza interpretativa? L'ARCHIBUGI E' UNA REGISTA MOLTO SENSIBILE,HO AMATO MOLTO QUEL FILM CORALE,FATTO DI SFUMATURE E DI VITA.16-C’è un personaggio in assoluto che continua a “sognare” di poter interpretare un giorno?UNA DARK LADY E in caso affermativo quale? MAGARI DIRETTA DA DE PALMA.17-Lei ha avuto un percorso analogamente importante per quanto riguarda le sue presenze sul piccolo schermo (mi dispiace di non aver seguito con la necessaria assiduità questo suo lavoro, ma purtroppo io sono uno scarso fruitore di “visioni” televisive). Pur essendomi “imbattuto solo in due performances (quella di Coppi e quella della serie dello Zio d’america) mi sembra di poter dire che anche in questo settore, le sue scelte sono state sempre oculate, privilegiando prodotti meno “corrivi” di quanto normalmente mi sembra venga proposto con questo mezzo. Ma la domanda che volevo porle è se lei ritiene che si possa identificare in queste produzioni il corrispondente attuale del cinema popolare e di intrattenimento che rappresentava lo zoccolo duro della nostra cinematografia di anni ormai andati, e in caso positivo, quali sono le differenze di approccio e strutturali che differenziano le due “stagioni”?NO,NON C'E' STORIA,MAI TRA CINEMA E TV.NON AMO PARTICOLARMENTE LE FICTION,ANCHE SE NE HO FATTE 3 0 4 MOLTO BELLE. 18-Lei ha interpretato molto spesso personaggi derivati da opere letterarie di diversa importanza e spessore (fino al capolavoro per eccellenza di ogni letteratura rappresentato dalla Ricerca di Proust- pur limitato al solo primo capitolo di Un amore di Swan). Ha trovato più difficoltoso l’approccio e l’approfondimento quando si trattava di personaggi preesistenti e quindi già definiti psicologicamente all’interno di un romanzo rispetto a quelli di pura fantasia appositamente pensati per lo schermo, oppure il suo metodo di avvicinamento introspettivo è stato analogo in entrambe le situazioni (o se variazioni ci sono state, queste sono attribuibili più che dalla derivazione della storia dal metodo “lavorativo” della impostazione registica)? SE IL PERSONAGGIO ERA GIA' SCRITTO,HO LETTO E RILETTO FINO LA NAUSEA,CHIEDENDO CONTINUAMENTE AL REGISTA,ALTRIMENTI SONO ANDATA D'ISTINTO.19-Lei oltre che in Italia e in America, ha spesso lavorato in Francia e in Spagna (soprattutto nella parte iniziale della sua carriera). E’ stata spesso impegnata anche in coproduzioni internazionali Europee e non (persino con la Russia!!!) Quali sono a suo avviso i differenti metodi di approccio che contraddistinguono queste diverse cinematografie, e con quale “realtà si è trovata più a suo agio?GLI AMERICANI HANNO MEZZI FAVOLOSI,I FRANCESI SONO MOLTO SCRUPOLOSI,IL REGISTA POI CATALIZZA TUTTO INTORNO A SE.LE CO-PRODUZIONI EUROPEE,MOLTO SPESSO INTERESSANTI.I TEDESCHI PUNTIGLIOSI,RIGOROSI,GLI SPAGNOLI,COME E PIU' DEGLI ITALIANI,FANTASIOSI. 20-Un’ultima domanda: ha dei rimpianti che determinano frustrazione o ritiene invece che la coerenza e il coraggio consapevole delle scelte l’abbia in qualche modo comunque “ripagata” rendendola se non altro più forte e consapevole? In altre parole ritiene che queste decisioni spesso dolorose e sofferte abbiano rappresentando comunque una “crescita” e una maturazione importante, nonostante le penalizzazioni “artistiche” che possano aver determinato? (E non mi riferisco ovviamente solo alla rinuncia a Lady Hawke, perché so che ci sono state molte altre “privazioni similari” che hanno caratterizzato il suo percorso artistico, soprattutto nel momento in cui maggiore avrebbe potuto essere la sua “espansione affermativa” all’interno del panorama Hollywoodiano).LE MIE RINUNCE SONO DIVENTATE LA MIA FORZA,SONO PRIMA DI TUTTO UNA DONNA E POI UNA STAR.NON MI SONO MAI VENDUTA. Non le domanderò a questo punto notizie sui suoi progetti futuri (ho visto che ha già risposto al riguardo alle domande di altri utenti del sito). Spero davvero che i progetti in ponte si concretizzino al più presto positivamente. Voglio invece ringraziarla per la sua cortese disponibilità e confermarle la mia stima non solo come interprete, ma anche (e soprattutto) come donna per essere stata sempre coerente e “fedele” a se stessa, un esempio da rispettare e condividere. Ecco... ho terminato.. e scusa se sono stato troppo logorroico.HO GRADITO MOLTO LA TUA INTERVISTA,SO CHE SCRIVI LIBRI,SI VEDE.A PRESTO VALERIO.SPERIAMO DI OTTENERLO QUESTO RUOLO PRESTIGIOSO,SAI IL GIOVANE ATTORE AMERICANO CON CUI DOVREI LAVORARE E' PROPRIO UN MITO. SOTTO,SETTE DEI MIGLIORI FILM DELLA MUTI.

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