Il potere
- Documentario
- Italia
- durata 86'
Regia di Augusto Tretti
Con Paola Tosi, Massimo Compostrini, Ferruccio Maliga
Il cinema, ma anche la letteratura, la musica e le arti in genere, si sono sempre interessate al potere (nel cinema si possono citare: “Quarto potere”, “Spartacus”, “JFK”, “Nixon”, “Potere assoluto”, e altri centinaia di film). A volte, anzi nel passato con molta frequenza, per trovarvi un comodo rifugio o una fonte di finanziamento, altre volte semplicemente per studiarlo, capirlo, criticarlo. Ma che cos’è il potere e a cosa serve? Come diceva Charles Percy Snow “Nessuno è adatto ad essere investito del potere (…). Chiunque abbia vissuto sa di quante follie e malvagità sia capace. Se non lo sa, non è adatto a governare altri. E se lo sa, sa anche che né lui né a nessun altro dovrebbe essere permesso di decidere un solo destino umano”. Per queste ragioni, così ben sintetizzate in un estratto da The light and the dark¸ l’uomo, animale sociale più evoluto degli altri, ha creato i diritti, cioè delle regole, delle convenzioni volte a stabilire delle catene con cui legarsi nei momenti di follia, per far sì che a decidere non sia la volontà, l’arbitrio o il capriccio di uno o di pochi, ma il risultato della volontà e dei bisogni di tutti, della collettività di individui. Poiché la cosa non è di semplice fattura, ci sono voluti circa duemila anni per realizzare una democrazia che ancora adesso risulta fallace, perfettibile e spesso incerta. E il cinema, che come detto ama indagare il potere, l’ha recentemente criticata. E penso a “Syriana”, dove si va ben oltre la critica all’imperialismo americano ed ai giochi di potere legati al petrolio, come ha scritto qualcuno. In “Syriana” si mettono in luce fragilità, precarietà e corruttibilità del sistema di reti globali che mettono in contatto Stati e privati e che dovrebbero, grazie a queste interconnessioni, evitare che uno soggetto (pubblico o privato) prevalga indebitamente su un altro (pubblico o privato). Invece nel mondo si sta sviluppando un fittissima ragnatela (web), sulla quale i ragni più forti aspettano le loro prede per farne un sol boccone e chi dovrebbe evitarlo o è impotente o è colluso. Anche “La terra dei morti viventi” è una critica feroce al sistema democratico non di una nazione, ma di un intero pianeta. Un sistema nel quale una categoria di diseredati che camminano come morti (il sud del mondo) è lasciata ai margini della vita e della società. Anche ne “La città incantata”, infine, v’è una potente critica alla democrazia odierna: la strega Yubaba rappresenta il vertice del potere, con tutte le sue caratteristiche, dall’avidità al dispotismo: essa comanda i suoi sudditi prendendo loro il nome, a simboleggiare la spersonalizzazione dell’era capitalistica. Nei tre film citati ci sono i requisiti di alcuni sintomi che individuano la malattia da cui è affetta la nostra democrazia. Con la creazione dello Stato e con le costituzioni democratiche, infatti, si era riusciti (comunque con notevoli limiti ed errori) a scomporre il potere, suddividendolo nella triade elaborata da Montesquieau (legislativo, esecutivo e giudiziario). Ciò manteneva in equilibrio i poteri e grazie alla rappresentatività, dava garanzie (minime) ai cittadini. Con la globalizzazione gli Stati perdono o “condividono” molti dei loro poteri e numerose decisioni vengono prese a livello internazionale, da organismi transnazionali, internazionali o sopranazionali che non presentano la terzietà dei poteri e sono dominati dall’esecutivo, ossia da coloro che senza risponderne, prendono le decisioni. Che spesso si rivelano ingiuste perché dettate dagli interessi di pochi, piuttosto che dalla moltitudine (le decisioni della WTO, in tema di ambiente e sicurezza alimentare sono un esempio di tale fenomeno). A volte però, e questo è il secondo aspetto problematico della democrazia globale, le decisioni vengono prese da organismi privati. Questi, dettando standard vincolanti per gli stati ne condizionano le decisioni, oppure fanno lobbying presso le organizzazioni internazionali che ne risultano condizionate. I privati curano (più o meno direttamente) la gestione di interessi pubblici, come delle vere (Pubbliche) Amministrazioni. Per questo dovrebbero offrire le medesime garanzie dei poteri pubblici. Per questo, anche in un soggetto privato, sia esso un’impresa, una cooperativa o un sito internet editoriale, chi è investito del potere di decidere deve anche essere investito di una pari responsabilità e deve conformarsi, se non a tutte, quanto meno a molte delle regole democratiche che regolano i soggetti pubblici, garantendo pluralismo, uguaglianza di trattamento (non a caso, nelle fabbriche si applica il diritto sindacale, con il preciso ed esplicito scopo di evitare che chi ha più potere (datore di lavoro) prevarichi su chi ne ha meno (prestatore di lavoro), in tal senso si vedano i film “Mobbing, lavorare stanca”, “Fantozzi” e “Bread and Roses”), libertà e certezza del diritto. Esercitare il potere è un compito ingrato e delicato (“logora chi ce l’ha”, diceva qualcuno), per questo deve essere coadiuvato dal diritto, attraverso regole certe e condivise da chi le deve rispettare, anche se queste vengono scritte, eseguite e fatte rispettare da chi le emana. Anche se in un soggetto privato non c’è la divisione triadica dei poteri. E, soprattutto, in forza di tali regole, chi ha il compito di farle rispettare dovrebbe renderle note prima di sanzionare ed applicarle in modo eguale a tutti gli utenti cui sono rivolte, attraverso il buon senso e la ragionevolezza. Il cinema, ma anche la storia, ci hanno lasciato questo insegnamento sul potere e sull’uso che dovrebbe farsene. Spesso, però, tendiamo a dimenticarlo. http://darjus.blog.tiscali.it
Regia di Augusto Tretti
Con Paola Tosi, Massimo Compostrini, Ferruccio Maliga
Titolo originale Citizen Kane
Regia di Orson Welles
Con Orson Welles, Joseph Cotten, Dorothy Comingore, Agnes Moorehead, Ruth Warrick
Titolo originale Absolute Power
Regia di Clint Eastwood
Con Gene Hackman, Clint Eastwood, Laura Linney, Scott Glenn, E.G. Marshall, Ed Harris
Titolo originale The Best Man
Regia di Franklin J. Schaffner
Con Henry Fonda, Cliff Robertson, Lee Tracy, Mahalia Jackson
Titolo originale Witches of the Caribbean
Regia di David DeCoteau
Con Joanna Cassidy, Nicole Cavazos, Nicole Marie Monica, Kelli Giddish
Regia di Tonino Valerii
Con Giuliano Gemma, Warren Vanders, Maria Cuadra, Fernando Rey
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