È soltanto Per amore del popolo se l’ufficiale S. ha prestato diligentemente il suo servizio alla Stasi, la polizia segreta dell’ex DDR. Il film, un documentario realizzato con le straordinarie immagini dell’epoca custodite negli archivi della Defa e della stessa Stasi, ci costringe a compieri un salto indietro nel tempo di oltre 15 anni, almeno. Alla caduta del muro di Berlino, simbolo di una barriera psicologica, culturale e soprattutto politica, nell’ex Germania dell’Est è caduto un mondo costruito ad arte, fatto di false certezze e di costrizioni ideologiche e fisiche. Così, il muro frana addosso al maggiore S. e si sgretola un intero sistema politico improntato al controllo del popolo tedesco, lasciandolo smarrito nella nuova Germania riunita, convinto che un giorno tutto tornerà come prima. Il punto di vista della voce off, di cui nn si conosce il volto, fa sì che l’operazione documentaristica vada ben oltre la semplice ricostruzione storica avvalorata da testimonianze. Non è una vittima, infatti, a narrare i perversi meccanismi della polizia segreta, bensì un artefice ed esecutore di quei crimini. Manca l’obiettività e la volontà a S. per definirli come tali, perchè la Stasi non solo controllava ogni singolo movimento e respiro del popolo tedesco, ma anche estorceva confessioni improbabili con l’arma del ricatto e ricorreva alle torture e, all’occorrenza, anche all’omicidio. L’ombra del sospetto, dilagando ha portato gli stessi cittadini a controllare familiari e amici, vicini di casa e semplici passanti, instillando il sospetto e la diffidenza tra gli stessi tedeschi. Lascia senza respiro la convinzione dell’ufficiale di aver operato per il bene della Nazione e del socialismo, e l’amarezza con cui afferma di non aver operato abbastanza accuratamente e di aver permesso alla volontà di tradire la Nazione tedesca di prevalere. Infine S. a modo suo è una vittima della caduta del Muro, perchè la vita gli è franata sotto i piedi e, una volta che la Stasi ha cessato definitivamente di esistere (e su questo forse qualche dubbio è legittimo, visto che la Cia, tanto per fare un esempio, c’è ancora e il controllo dei cittadini dell’ex blocco comunista non sono certamente mancati), ha perso il lavoro e lo Stato cui affidare la sua completa devozione e fedeltà. S. è un uomo che rappresenta l’essenza socialista e la mentalità socialista e non è bastato il cambiamento politico a mutare la sua identità plasmata e forgiata dall’educazione della DDR. La Repubblica Democratica Tedesca abita ancora nel cuore di un uomo che spera in un ritorno alla normalità e nella morte del sistema politico che si è appropriato della sua parte di Germania. Peccato che un documentario così interessante, realizzato con grande cura, sia nella scelta delle immagini sia nella scelta delle musiche, abbia una diffusione così di nicchia e che non possa portare a conoscenza una realtà ancora poco conosciuta in Italia. Per chi fosse interessato: PER AMORE DEL POPOLO – AUS LIEBE ZUM VOLK, di Eyal Sivan e Audrey Maurion, Francia 2004. presentato nel 2005 al festival di Berlino.
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