Nasce tutto da un preciso momento, così si dice. Nell'infanzia di tutti c'è una cantina solitamente chiusa a chiave, con scale sconnesse che portano nel buio della mente. Al di là di questa impalpabile cortina un mostro capace di assumere le forme che più ci terrorizzano, come nei sogni di un febbricitante, sta aspettando di prenderci alla sprovvista. E non è facile prendere alla sprovvista qualcuno che già si aspetta di venire spaventato a morte. Bisogna saper aspettare il momento giusto, appena il respiro si calma per un istante per impedire al cuore di scoppiare. È in questo preciso momento che si viene assaliti, ognuno sa da che cosa, solo che non se ne può parlare perchè non si verrebbe capiti.
Io continuo a vedere il mio fantasma, anche senza bisogno di scale, anche se stupidamente vorrei cambiare canale come ai tempi in cui trasmettevano (in pieno pomeriggio!) "La figlia del Diavolo", o qualunque fosse il titolo di quel film, che mio padre mi mandava via dal salotto e io volevo disperatamente sapere cosa succedeva. Per anni mi ci sono arrovellata, prima di addormentarmi, nascondendomi completamente sotto le lenzuola con gli occhi sbarrati, perché solo così sarei stata al sicuro.
L'educazione in una scuola cattolica poi ha fatto il resto: va bene, le streghe, i vampiri e tutte quelle cose lì non esistono, ma il diavolo È reale, ci sono tutti i casi documentati di possessioni e anche i messaggi nelle canzoni. (Le ascolto da anni e non ho mai provato il desiderio di sacrificare la mia gatta nera, nemmeno quando alle 4 di notte le viene in mente che devo a tutti i costi farle le coccole!) Insomma queste sono cose che segnano a vita... Suor Elisabetta la prof. di religione delle medie che voleva a tutti i costi che vedessimo l'esorcista perché "è un bellissimo film, con il sacerdote che si sacrifica per salvare l'anima della ragazza!" (chissà se è ancora viva, a proposito, e cosa ne penserebbe di "The exorcism of Emily Rose" in cui per salvare l'anima della ragazza il prete sacrifica la ragazza stessa).
Non ho mai avuto il coraggio di guardare film che parlassero del diavolo, povera me, a parte la parodia dell'esorcista con Leslie Nielsen nei panni del prete... e questo per anni. Poi, in tempi più recenti, ho deciso di noleggiarmi "L'avvocato del diavolo", in parte per il cast, ma anche per vedere che effetto mi faceva. Il risultato? Incubi per almeno due settimane. Sono una fifona da niente, lo so, ci sono porte che non dovrei davvero guardare, figurarsi tentare di aprire.
Il punto di svolta per me è stata la visione di "Twin Peaks" a tarda notte su Rai3, e la successiva scoperta di "Fuoco cammina con me!", che in un certo senso mette insieme le mie due paure più grandi: il diavolo e il fantasma (e quest'ultimo purtroppo esiste davvero!).
Con Richard Widmark, Christopher Lee, Honor Blackman, Denholm Elliott
non so se era davvero questo il titolo: in pratica una donna era la figlia del diavolo e veniva chiamata "principessa delle tenebre" e alla fine credo sposasse uno che poi era diavolo pure lui.
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