Film sempre segnati dall’ombra opprimente della MORTE......che nasce dal ricordo delle “scatole del dolore”, facendosi forte di una riesumazione a tutto campo di frammenti di vita passata, reinnestando un processo di autodistruzione a guisa di un sinistro e maligno deja-vu...... che avanza con gesti d’automa per interposta persona, attraversando come un fantasma lo schermo e provocando sottili brividi nella nostra schiena, quasi un impermeabile bianco che vive di vita propria, del tutto indifferente ai pur minimi riflessi di umanità o disumanità che possano comunque associarlo al mondo dei comuni mortali...... che viene portata al massimo grado d’indifferenza in una realtà contingente ridotta a mera finzione, pronta a colpire alla cieca in un breve battito di ciglia...... che si fa largo a passo danzante tra futuristiche spatolate di fantasmatici corpi e sussulti spasmodici di vagoni metropolitani dai rapidi e concisi movimenti in un mondo pervaso da irrimediabili scadenze e lacerato dai malesseri notturni di una metropoli posseduta da sotterranei, ferali fermenti...... che giunge a compimento quasi per gioco, in una forzata aura di demotivazione, alimentata da un’identificazione simbiotica con le spirali del sogno..... che viene incastonata in lunghissimi attimi di silenzio tombale evidenziati da un’inesorabile progressione visiva, con la macchina da presa impietosamente addossata al soggetto principale in un fatale svelamento che non ammette repliche, a delineare lo stridente contrasto tra il gaudio e l’incubo, separati da frazioni di secondi come secoli......che annuncia la sua agghiacciante presenza tra soffi di vento rivelatori ed orrori a catena di un’assurda guerra che ci viene presentata come un gioco da grandi da non prendere troppo sul serio.
Con Mehdi Belhaj Kacem, Julia Faure, Michel Subor, Mathieu Genet, Valérie Kéruzoré
Pericoloso processo di sovrapposizione in cui le macerie del passato si ricompongono sinistramente a ricreare ex novo un presente dallo svolgimento diverso ma dall’epilogo mortale come ricalcato su carta carbone.
Con Alain Delon, Nathalie Delon, François Périer, Cathy Rosier, Catherine Jourdan
Cronaca d’una morte annunciata costruita pezzo per pezzo con grande pazienza, che crepita e vibra della stessa materia che costituisce il nero misterioso della notte, capolavoro di logica visiva e di grammatica cinematografica.
Titolo originale Personal Velocity: Three Portraits
Regia di Rebecca Miller
Con Kyra Sedgwick, Parker Posey, Fairuza Balk, David Warshofsky
Storie di donne senza radici, dall’infanzia lacerata da precoci disgregazioni familiari che lasciano un segno indelebile e condizionano ogni minima scelta di vita, portando ad un andirivieni di contraddizioni e d’insoddisfazioni.
Calde tonalità di ROSSO intenso frammiste a tonalità d’un VERDE cosparso da freddi e sinistri bagliori che investono di sé le varie sequenze. Poesia di un cinema incorrotto ed essenziale. Per anime in the mood for poetry. Obviously.
Con Charlotte Gainsbourg, Gérard Lanvin, Sami Baouajila, Grégori Dérangère
Opera dal fascino vagamente ipnotico, rappresa nell’angusta irrisolutezza di una spazialità obliqua ed indefinita, tesa a sospingere lo spettatore in una terra di nessuno tra sprazzi di sussultoria inquietudine riflessa.
Con Matthew McConaughey, John Turturro, Alan Arkin, Clea DuVall
Atmosfere come cristallizzate in una dimensione spazio-tempo dilatata all’estremo, dove l’essenzialità del gesto e l’estrema parsimonia della parola conferiscono alla narrazione un carattere di esclusivo (e)straniamento.
Con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Jean Reno, Emilia Fox, Steven Beckingham, Jonah Lotan
La guerra non è né un gioco ad ostacoli né qualcos’altro da prendere alla leggera come un quieto safari tra le sabbie mobili dei campi minati. La guerra è morte e sterminio, ed è anche un cadavere appeso nel bel mezzo d’una stanza.
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