....NON PIACE........Vorrei partire da qualche esempio concreto di distorsione della realtà, per quanto riguarda il doppiaggio. Film come “Maria full of grace”, -“Ti do i miei occhi”, “Bread and roses”, “Un bacio appassionato”, “Le donne vere hanno le curve”, a cui aggungerei la teutonica "Rosenstrasse" e chissà quanti altri ancora che per fortuna non ho avuto modo di saggiare (perché per me il doppiaggio è come Carneade anche se, ahimé, non posso fare a meno qualche volta di recarmi nelle sale di tradizione e non), in originale sono, diciamo così, “bilingui”, vale a dire alternano dialoghi in lingua spagnola con dialoghi o frammenti in lingua inglese o comunque in altre lingue. Purtroppo nel doppiaggio italiano si perpetua un vero e proprio scempio, degno di essere punito con almeno due o tre giorni di esposizione alla gogna. Tutto insomma viene livellato in un linguaggio nostrano forbito e purissimo, all’altezza in tutto e per tutto di un qualche universitario bocconiano. E’ come se questi personaggi ispanico-americani e affini che giostrano nei film in questione, di solito appartenenti a classi poco abbienti, tra uno sfruttamento padronale e l’altro trovino anche il tempo di recarsi a scuole serali di dizione allo scopo di far felici le persone anziane, i nostri genitori, i giovanissimi, i pensionati, i fruitori domenicali e via discorrendo. Questa, miei cari signori, al mio paese (ovvero nella mia metropoli) è chiamata “distorsione della realtà”. Ma il doppiaggio aiuta o no a capire il film? Di certo non è di alcun ausilio ai veri appassionati come la maggior parte degli utenti registrati a questo sito, ma
sono fermamente convinto che le categorie da me appena elencate in linea di massima non siano affatto mature per un tale passo molto più lungo della propria gamba e quindi il loro inno di battaglia potrebbe essere: “il doppiaggio è vivo, evviva il doppiaggio”, però, diamine, un po’ più di serietà non guasterebbe affatto da parte degli addetti ai lavori nel presentare le pellicole in modo più equilibrato dal punto di vista vocale, più rispondente alla tipologia degli ambienti e dei personaggi in oggetto. E comunque se è vero che i nostri doppiatori sono i migliori del mondo allora gli altri devono essere soltanto una frana. Un esempio limite: proviamo ad ascoltare i monologhi originali di Jeremy Davies in “The million dollar hotel” e poi passiamo a confrontarli con quelli doppiati. A me personalmente viene da piangere, a voi non so. Certo, se tutti fossero all’altezza di Giancarlo Giannini e del defunto Amendola, allora il discorso potrebbe essere un po’ diverso, ma resta comunque il fatto che si tratta davvero di un grosso problema. Per quel che mi riguarda il rimedio l’ho trovato, visione casalinga previo noleggio od acquisto dvd, anche se all’amico Spopola questa soluzione non sarà gradita al cento per cento. Ed è pur vero che basta farci un po’ il callo ai sottotitoli e poi diventano quasi come una droga. Su una cosa sono però categorico: PER ME È ASSOLUTAMENTE ASSURDO CHE UN CINEFILO RINUNCI A VEDERE I FILM IN ORIGINALE quando possibile, anzi diciamo inconcepibile. O meglio contraddittorio. Beh, fate voi, tanto io dalle mie convinzioni non mi sposto neppure di un millimetro, però complimenti vivissimi a Serpico per la sua iniziativa più che meritoria.
Con Laia Marull, Luis Tosar, Candela Peña, Rosa María Sardà, Kiti Manver
Te li do per vedere meglio i sottotitoli, spettatore della domenica, ma per favore, non tediarmi con quell’orribile rumore di sgranocchiamento di pop corn. Già mi rendi la vita difficile con quegli orribili doppiaggi che per colpa tua mi vengono propinati
Con America Ferrera, Lupe Ontiveros, George Lopez, Ingrid Oliu, Brian Sites
specie tutte le deliziose utenti registrate al nostro sito. Le donne false non le hanno, quelle si recherebbero al cinema soltanto per vedere Elisa di Rivombrosa, magari anche se doppiata in lingua coreana.
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