E’ lungo il cammino della Grazia. Con la G maiuscola ovviamente. Lo si può provare a percorrere con l’ausilio di tre piccoli film estrapolati dal mucchio, non a caso ovviamente, perché il caso è sempre foriero di incertezze e poi con queste voci che corrono in giro per cui il cinema è morto nel 1975 (ma è possibile cancellare con un colpo di spugna gli avvincenti, intriganti, accattivanti Decaloghi e Colori del mio Kieslowski? Nemmeno per sogno!) è meglio non correre rischi per cui, dopo aver aggiunto una piccola ed innocua provocazione alla provocazione, traggo da un simbolico cappello a cilindro tre titoli a denominatore comune che sono tutto un programma. Nonostante siano diversissimi tra loro tranne che per il titolo, essi sono in grado di ripercorrere in breve un ideale cammino che partendo dal nero profondo di una Grazia decisamente preclusa alle fluide coreografie estemporanee improvvisate di una MARIE novella Salomé (o Lolita se preferite), fatua falena svolazzante nella morbidezza dei suoi quindici anni, s’inoltra nel grigio incerto di una MARIA profana oppressa da una doppia gravidanza che accomuna nel suo grembo in una sorta di periglioso condominio entrambi i concetti del bene e del male. Il cammino si conclude col fatuo biancore di una ferrariana MARY o Maria Maddalena elevata col provvidenziale apporto del redivivo Tomaso ad una suprema dignità apostolica di cui non si fa il minimo accenno nei Vangeli canonici ma che è comunque indice di un provvidenziale conferimento di Grazia nei confronti di un autore (ad)uso a descrivere il mondo con i colori di un nero tenebroso. Quello stesso nero più o meno da cui eravamo partiti. Ed in tal modo il cerchio si chiude su di un esistente ed assiomatico mondo cinematografico post ’75 perché il cinema è vivo, evviva il cinema!
Con Juliette Binoche, Matthew Modine, Forest Whitaker, Heather Graham, Stefania Rocca
La Grazia, se vogliamo, potrebbe anche sfiorare di sghembo quella Maria Maddalena femminista ante litteram sempre in posizione privilegiata. Il travaglio intellettuale post-riprese vale a spurgarla d’ogni residuo peccato d’orgoglio.
Con Catalina Sandino Moreno, Yenny Paola Vega, John Álex Toro, Johanna Andrea Mora
La Grazia le è preclusa, ma non completamente. Stretta e perigliosa è la via che la conduce alla salvazione ma quale maggiore grazia del dono di una VITA che freme e palpita pur a stretto contatto con la MORTE?
Con Vahina Giocante, Frédéric Malgras, Nicolas Welbers, Amira Casar
E qui la Grazia conclude il suo cammino a ritroso. Perennemente segregato nella gabbia sprangata dell’adolescenza, il nichilismo giovanile non ha via di scampo se non nella sua stessa apoteosi. Con la Marie pienamente consenziente e partecipe.
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