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da qualche parte nella notte
di zombi ultimo aggiornamento
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da qualche parte nella notte

zona depressa o deficiente non ho ancora capito, è un periodo che la roba al cine esce col contagocce. non che vai e vivrai mi interessasse più di tanto, ma avevo voglia di cine e comunque sapevo che non ci sarebbero stati i frantma-maroni che chiacchierano e infatti nel cino a due sale, a vedere il film di radu eravamo io, un singolo maschio su d'età, due signore e due signori. nell'altra sala una boeingata di ragazzine a sbavare dietro all'orlanda bloom. bene bene... il film il sè non è quella gran cosa. alterna momenti sinceri e modesti a momenti ricattatori che ti fanno innervosire perchè dall'autore di quel capolavoro di humour che è train de vie uno s'aspetta di molto meglio. non che il film sia brutto, ma non è nemmeno bello. ha dato l'impressione di essere troppo coinvolto personalmente da quello che stava cercando di mostrare in immagini, però!... però... yael abecassis è giusto che faccia il mestiere che fa. il mondo deve accorgersi di lei. è di una bellezza e soavità che lascia basiti. basta vederla che ti sorride per sotterrare l'ascia, per sentirsi in pace. certo è una responsabilità troppo pesante è un onere impossibile e posso capirla se non se la sente di affrontarlo. sto sorridendo perchè in una canzone kate bush canta un pezzetto in italiano. ho già dinnanzi agli occhi della memoria a room with a view, le inglesi travolte dalla polvere, dal sudore dei giovani italiano, con il loro colore scuro, i muscoli guizzanti, la peluria che fa capolino dallo scollo profondo delle camice che inebria e stordisce i sensi, cadendo preda di desideri che si tentano di tradire per l'ennesima volta. siamo bestie i profumi ci attraggono, la vista è inebriata dal luccichio e dalla brillantezza di vestiti argentati, occhi sfavillanti e labbra che luccicano facendoti male gli occhi. mi è parso di captare recentemente una di quelle sterili polemiche da salottino pomeridiano, ma come si potrebbe anche lontanamente immaginare un film come i misteri di shanghai senza le centinaia di sigarette che affollano e interpretano il film?... che a proposito di belle creature, gazzelle spaurite che hanno preso una botta attraversando la strada e si sconquassano disarticolarmente, gene tierney che chiede "SOMEBODY GIVE ME A SIGARETTE" ordinandolo sconnessamente da bambina viziata e apparentemente viziosa che è. è bella, bella, ma bella che forse un tramonto come ho visto in sardegna può essere bello. sempre mother nature è del resto. in quell'arena tonda dove si gioca, si perde, si perde, si perde, si fuma, sempre signorili, sempre mantenendo una distanza anche dal suicidio, considerato un attimo di smarrimento. altri tempi o addirittura ere. troppo lontani da quel modo d'intendere anche lo stardom. ormai una gene tierney vive come se non fosse nemmeno esistita, come presenza su pellicola che costretta da una maledizione torna fortunatamente di tanto in tanto sugli schermi ad orari impensabili alla notte, del resto non immaginerei nemmeno di vedere un film come i misteri shanghai alle ore 21... ma non è presenza tattile come il film di jonathan caouette. lo conoscevo dal libro del bocchi mondoqueer, ma l'avrei comunque registrato, studio universal è mediamente sinonimo di qualità. è un film che calza, ti resta addosso anche se vuoi mantenere una certa distanza. questo strano gioco a rimpiattono tra la realtà e la finzione della messa in mostra della realtà che si rincorrono in continuazione, un pò come STEVE, che mi aggrego a quello che ha scritto davide pulici qualche tempo fa sulle sue pagine di nocturno parlando di salò... mi fa un pò paura dire che mi è piaciuto. mi sono sentito a disagio a voyeurizzare tarnation, ad insinuarmi nella vita di caouette, di sua madre devastata dagli elettroshock e dal litio, surrogati di uno strano e malinterpretato desiderio di aiutare. che coacervo di mostruosità che può essere la famiglia volontariamente o involontariamente... un'istantanea di leatherface sulla veranda insieme al nonnino fossile, senza sega elettrica, senza la pelle sul viso e il grembiale da macellaio. family snapshot. tornando alle divine ma ficcandoci nelle famiglie strane, allargate o come vi pare. a più di un'ora di film il mio papi deve aver giocherellato col satellite lui che non ama i film troppo cerebrali ha gironzolato fino a quando non ha trovato twister. ha gradito e si è fermato. il fil di clouzot l'avevo visto la prima volta qualche anno fa, poi era stato lontano dai palinsesti per un pò e infine è tornato sui raisat o studio u. che immagine è quella di simone in quello scamiciato stretto in vita da una cintura, collo in piedi, una mano in tasca e l'altra che stringe una sigaretta, golfino sulle spalle, scarpe col tacco alto nere. occhiale nero per nascondere il livido che le ha fatto quel lurido animale di paul meurisse(favoloso). quando guarda vera clouzot mentre tiene sott'acqua paul e le ordina di andare a prendere il bronzo sul caminetto. rein a faire, maleheureusement les jeux sont faits.

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