Il servo
- Drammatico
- Gran Bretagna
- durata 116'
Titolo originale The Servant
Regia di Joseph Losey
Con Dirk Bogarde, James Fox, Sarah Miles, Wendy Craig, Catherine Lacey
In streaming su MUBI
vedi tuttiInquietante, misogino e masochista.
Il conferimento del premio Nobel per la letteratura a Harold Pinter, è un riconoscimento delle capacità superlative di scrittura di un autore di assoluta rilevanza non solo per le insolite, spesso spiazzanti commedie, da alcune delle quali (come Tradimenti) sono stati tratti altrettanto interessanti e stimolanti pellicole, ma anche per il notevole contributo che lo scrittore ha fornito alla settima arte, attraverso la stesura di sceneggiature che sono di una qualità eccelsa e poliforme, tanto da riuscire ad adeguarsi perfettamente alle esigenze espressive di registi (spesso inglesi) di diversa levatura e importanza sempre con risultati più che positivi. Si può dire in sintesi che in presenza di una sceneggiatura di Pinter, la qualità finale è praticamente assicurata, sia che si tratti di soggetti originali, sia che si tratti di riduzioni da romanzi anche di autori che sembrerebbero cozzare con il mondo e la poetica dello scrittore: lui è sempre riuscito a trovare la giusta chiave per riportare sullo schermo (o aggiornare, o anche rendere più crudeli e attuali) in maniera inegra e originale,le tematiche e le inquietudini degli originali. A cominciare dal particolarissimo legame creativo che lo ha legato a Losey e che ha partorito tre capolavori assoluti, fino ad arrivare a un altro film a me particolarmente gradito (ma che non ha trovato posto per mancanza di spazio, nell'elenco che segue: quel Frenesia del piacere con una formidabile Ann Bancroft realizzato da un artigiano di classe come Clayton, troppo poco conosciuto o ricordato) tutto è in qualche modo degno di menzione. Se un rammarico esiste è che forse Pinter non è stato sfruttato quanto sarebbe stato necessario (il premio potrebbe costituire una spinta e un incentivo? - speriamo!), e che proprio una delle prove di maggiore interesse e curiosità non ha avuto la possibilità di essere verificata in pratica. Mi riferisco alla sceneggiatura dal Proust della Rechèrche... due universi così in antitesi come concezione di scrittura, ridondanza di immagini... esuberanza di particolari annotativi..preziosità di ricerca linguistica... da lasciare sbalorditi per la temerarietà della proposta. Chissà come sarebbe stato rivitalizzato quel mondo fascinoso e lontano fatto di rimandi e di associazioni, quello scandaglio minuzioso, denso e fluviale, nella sintetica, nervosa, revisione critica di Pinter? Io credo che ancora una volta tutto sarebbe risultato esemplarmente perfetto e "cattivo" al punto giusto, come riplasmato e rimodellato, ma senza eccessivi "tradimenti" di fondo e di sostanza.. ed è proprio per questo che il rammarico è ancora più radicato e profondo... per non aver potuto fare la verifica pratica sul campo , di non aver goduto praticamente dei risultati di un lavoro così impegnativo. Un'ultima annotazione a margine: nell'apprendere la notizia dal TG3 qualche giorno fa, mi sono allo stesso tempo esaltato per il riconoscimento, e depresso per la profonda ignoranza che ancora una volta contraddistingue i giornalisti che curano in Tv il settore dello spettracolo e della cultura in genere: quanto meno dovrebbero documentarsi, se sono incompetenti, prima di sparare cazzate). Orbene, quel caprone di commentatore ha testualmente dichiarato che Pinter (udite!!! udite e inorridite!!) è l'autore, fra le altre, della commedia dal quale Friedkind trasse a suo tempo lo spunto per il film "Festa per il compleanno del caro amico Harold"!!! Che asineria.. che imbecillità congenita e imperdonabile!!! E' vero che fra le commedie di Pinter ce n'è una che si intitola "Il Compleanno" ma tratta davvero argomenti di tutt'altra natura e contenuti, che non hanno niente da spartire con la irriverente spensierata e riflessiva tristezza di quel film, che è tratto sì da una commedia di successo, ma di Mart Crowely, che si intitola invece (guarda caso, si dice le combinazioni a volte!!!) "The Boys in the Band" che è poi anche il titolo orginale della pellicola, più platealmentre tradotto in italiano nella maniera sopra descritta... E pensare che questi sedicenti disinformati giornalisti vengono pagati profumatamente!!!! Che pena!
Titolo originale The Servant
Regia di Joseph Losey
Con Dirk Bogarde, James Fox, Sarah Miles, Wendy Craig, Catherine Lacey
Inquietante, misogino e masochista.
Titolo originale The Go-Between
Regia di Joseph Losey
Con Julie Christie, Alan Bates, Margareth Leighton, Michael Redgrave
Feroce critica al perbenismo di un'epoca e di un modo lontano: una lezione di sintesi e di stile.
Titolo originale Accident
Regia di Joseph Losey
Con Dirk Bogarde, Stanley Baker, Jacqueline Sassard, Michael York, Vivien Merchant
Glaciale, razionale ed essenziale, ma allo stesso tempo coinvolgente e crudele. (ovviamente mi riferisco a quello di Losey del '66)
Titolo originale The French Lieutenant's Woman
Regia di Karel Reisz
Con Meryl Streep, Jeremy Irons, Emily Morgan, Patience Collier, Hilton McRae
Un' abile scrittura diversificata anche nei piani temporali che riesce a trasferire sullo schermo tutte le inquietudini del romanzo da cui trae origine.
Titolo originale The Quiller Memorandum
Regia di Michael Anderson
Con George Segal, Alec Guinness, Max von Sydow, Senta Berger
Una credibile e allucinata parabola di fantapolitica che riesce a nobilitare e a rendere importante anche una storia che trae origine da un romanzo di genere poco entusiasmante.
Titolo originale The Last Tycoon
Regia di Elia Kazan
Con Robert De Niro, Jeanne Moreau, Robert Mitchum, Ingrid Boulting, Jack Nicholson
Quando .. i due mondi si incontrano: tanto distanti sembravano glis tili non solo dello sceneggaitore e del regista, ma anche dell'autore del romanzo di partenza. Ma quasi per incanto, tutto si fonde in un unicum praticamente perfetto.
Titolo originale Turtle Diary
Regia di John Irvin
Con Glenda Jackson, Ben Kingsley, Richard Johnson
Un piccolo film pieno di buone cose, quasi tutte dovute agli interpreti e soprattutto alla sceneggiatura, colme al solito esemplarmente priva di sbavature.
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