Sette note in nero
- Thriller
- Italia
- durata 95'
Regia di Lucio Fulci
Con Jennifer O'Neill, Marc Porel, Jenny Tamburi, Gabriele Ferzetti, Gianni Garko

Lucio Fulci 1977. Quando una sceneggiatura non perde l'ombra di un colpo.
Prendo l'occasione per rispondere alla bella introduzione data da Spielbergman riguardo all'horror italico.Il lustro 1969-1974 è stato davvero una manna per il botteghino e per tutti gli spetattori asetati di sangue dell'epoca che fu.Di certo il successo "zoonomico" di Argento ha apparentemente creato una schiera di seguaci che,sull'onda della moda del momento,hanno inserito nei titoli delle loro opere,richiami ai primi tre gialli di Argento.Si contano esempi innumerevoli come "Il fiore dai petali d'acciaio" di Piccioli,"L'iguana dalla lingua di fuoco"di Freda,"Sette orchidee macchiate di rosso"di Lenzi,"La tarantola dal ventre nero"di Cavara,"Giornata nera per l'ariete"di Bazzoni,"Sette scialli di seta gialla"di Pastore e via dicendo.A prima vista sarebbe comodo ritenere tutti questi autori dei copycat trascinati dalla scia d'oro lasciata dal maestro Dario.Forse la moda di inserire numeri,animali e aggettivi nel titolo,a volte con risultati straordinari(vedi il bellissimo,metaforico "Una lucertola con la pelle di donna"di Fulci),era ormai dilagata.Fortunatamente non ci siamo trovati davanti a cloni a catena ma a prodotti (chi + chi -)partoriti da una passione cinefila pura e sanguigna,nei quali si agitavano maniaci nerovestiti e fanciulle perdute che sbraitanti correvano in ogni angolo inusitato delle poco sfruttate città italiane.Se l'inghilterra ci aveva abituato agli orrori gotici della Hammer sempre immersi nelle tenebre di castelli e paesaggi lunari,allora questi giovani e dignitosi autori italiani hanno dimostrato che ogni angolo della capitale poteva prestarsi ad un orrore latente che poteva esplodere in ogni momento.Doveroso ricordare che alcuni capolavori come "Torso" di Martino e "Reazione a catena"di Bava sono stati precursori dello slasher americano in voga dalla fine dei 70.Poi ci fu "Profondo rosso"a spartire le acque e così un'ondata minore di altri bei cimeli rosso sangue come l'insuperabile "Sette note in nero"di Fulci che davvero avrebbe bisogno di un fedelissimo remake per dare una lezione a chiunque si creda competente di costruire un giallo perfetto.Agli sgoccioli il giallo,prese piede il gore e lo splatter e così via libera a Joe D'Amato che firma forse la cima assoluta del macabro nel 79 con "Buio omega",a Fulci con la sua straordinaria trilogia sugli zombi,arriva dall'America l'ondata violenta dei vari Halloween e Venerdi 13 che in certi frangenti devono molto ai nostri autori.Gli elettronici anni 80 sono subito rispecchiati in "Tenebre"di Argento che stravolge le regole del buio e della luce,Bava Jr gli da corda e trova plauso con il bellissimo "Demoni",Lenzi si è dato al cannibal,Deodato firma un'opera mondiale "Cannibal holocaust",entra in campo Soavi dal parco attori di Argento e da prova di grande abilità tecnica("La setta"su questo piano è perfetto.E poi?Tralasciamo di parlare degli sbiaditi tentativi di rianimare un genere che si è smorzato lentamente ma inesorabilmente che alla fine degli 80 erano inutili massaggi cardiaci ad un cinema che aveva già dato quasi tutto.Come ogni stagione che passa ce n'è un'altra che ritorna.Siamo stanchi di dover aspettare sempre che arrivino i soliti gruppetti di teenager squartati dall'altra parte dell'oceano.L'horror in Italia non è morto.E ci sono prove che quando si tenta di disseppellirlo (vedi Occhi di cristallo di Puglielli)fa ancora la sua bella figura.
Regia di Lucio Fulci
Con Jennifer O'Neill, Marc Porel, Jenny Tamburi, Gabriele Ferzetti, Gianni Garko
Lucio Fulci 1977. Quando una sceneggiatura non perde l'ombra di un colpo.
Regia di Luigi Bazzoni
Con Franco Nero, Ira Fürstenberg, Wolfgang Preiss, Rossella Falk, Pamela Tiffin
Luigi Bazzoni 1971. Una delle sequenze di chiusura più terrificanti della storia.
Regia di Umberto Lenzi
Con Antonio Sabàto, Uschi Glass, Marisa Mell, Rossella Falk, Renato Romano
Umberto Lenzi 1971. Una strizzata d'occhio a Dario senza bisogno di emularlo.
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