Beverley Mantle

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Jimmy faceva colazione tardi. Amava immergere fiocchi di nuvole glassati in un lago di ridicoli perchè. Un lago tanto enorme da entrare tutto in una tazza da caffelatte devono ancora progettarlo. Oppure ci si contenterebbe, al limite, d'una tazza talmente piccola da farci entrare tutto in una volta il Mar Caspio, riscaldato solo un po', senza zucchero nè panna, solo una spolverata di cacao amarissimo. Mezzogiorno e un quarto e tutto va bene. Nel giardino dei mostri a vapore è di scena l'Aida. Rivisitazione numero trentamilaseicentoventisei, prevendita abituale. Gradito l'abito scuro, ma indossato al contrario. L'uscita di Jimmy dalla scuola media segnò diversi tipi di declini, prolassi vertebrali, crescite linfatiche ancor prima che anagrafiche. Un vorticoso tuffo in un bicchiere da vodka fatto da un trampolino di domopak posto a settecento metri d'altezza. Coefficiente di difficolta: spasmodico con brio. Non era proprio il caso, restare vivi intendo. La luce che timida ma ruffiana faceva capolino tra le tende.. il sospeso questuare del bracco dei vicini, sempre in cerca di chissà qual timballo di residui.. le gonne vaporose e svolazzanti di Mary Jane, proprio dietro il cortile della chiesa a fare a gara a chi si sarebbe tirato indietro per primo. Volti di vecchi, stanchi e cisposi. Solo qualche anno-luce più ad est ciuffi di neve chimica fanno i vanitosi in mezzo a campi coltivati a napalm. Pessimo raccolto quest'anno, il fattore si farà sentire. Come in ogni storia c'è un fattore, di cui non s'era tenuto conto. Se ne stava lì, zitto e quieto, in attesa che qualcuno lo stanasse e ne capisse l'intrinseca importanza. Lo chiameremo fattore Charlie, tanto il prodotto non cambia. Tiepida estate, quel 1966 denso di mais e rugiada, d'umori e di involucri racchiusi dentro altri involucri, con una bandiera stellata a fasciarli per bene. Quello scorcio di luglio fluorescente passato a rinfrescarsi sotto l'ombra d'un trattore già spento. Per cena tortino di patate. Jimmy s'apparecchia per bene. Non un sorriso di troppo prima della preghiera rituale, non a stomaco vuoto. Stasera a letto presto, che domani si muore.