Qualcosa di perfetto
Affilato
Proprio qui sotto lo sterno
Piantato dentro il petto.
In un laghetto rosso
Terribile e tranquillo
Prima che sia rimosso
Si specchia il viso della squillo.
Immobile espressione
Di esterrefatto scherno
Sai
Teneva caro un giovane
Sua
La foto dentro il retto.
La fuga da quel viale
In cui perse l’onore
La mise assai in difetto
Con il Santo Protettore
-Noto maiale-
Che le spiegò in modo diretto
Che d‘odio si, si muore
Ma ancor di più d’amore.
La mente come arma non convenzionale, uomo arma e uomo oggetto, il grilletto del potere, il cane pronto a scattare. Ciò che potremmo essere o ciò che siamo?
Con Cyril Collard, Romane Bohringer, Carlos López, Corinne Blue
La vita è la magnifica arma della distruzione, una brusca accelerata per non perdersi, per non finire prima di aver finito. Disperata compenetrazione di finzione e realtà.
L'amore. Terribile arma al servizio del proprio ego, dei propri diritti veri o presunti che siano. Il bambino è un'arma orribile poichè inconsapevole, puro, sincero nonchè vittima stessa del proprio amore. Un'arma totale.
Un fallo/statua oggetto simbolo di una ritrovata libertà di espressione spiazzante e contro la morale, libera. Ma anche simbolo di violazione, penetrazione, soggiogamento. A seconda di come viene usato.
Il corpo. Arma contro il proprio io nascosto, contro i traumi che non fioriscono in superficie. Il corpo corazza /arma contro sè stessi e le proprie emozioni.
Il potere. Un potere effimero, quello della popolarità ma su menti deboli, un colpo in canna. La capacità estemporanea e egoista di manovrare le masse. O solo pochi disperati. Poi pagano tutti.
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