Wim Wenders è un cineasta particolarmente difficile, amato dai cinefili esasperati, amanti del complesso e del culturale, i suoi film si sviluppano con uno stile descrittivo caratterizzato dalla lentezza. La difficoltà di lettura delle opere che mette in scena, è tutta nelle immagini, in un approccio che predilige la visualità, lasciandola prevalere sempre sui dialoghi e rifiutando lo schema narrativo tradizionale. La cinematografia di Wenders è pienamente indipendente poiché è sempre produttore dei suoi lavori. È sua abitudine girare le sequenze in ordine cronologico facendo impazzire i collaboratori, insomma è un personaggio difficile che piace molto a me! Oltre ai documentari ricordiamo le sue grandi opere come “Il cielo sopra Berlino” e poi c’è un fatto che è un bene sapere che le sue opere guardano alle cose della vita in modo diverso, con una nuova ottica, infatti "Lisbon story" è il suo contributo alle celebrazioni per il centenario del cinema: girata con una macchina da presa degli anni venti e montata poi con l'elettronica. Un cineasta difficile, originale e geniale.
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