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SI, NO, FORSE..NI, BOH?
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SI, NO, FORSE..NI, BOH?

Sono chiacchiere da bar, è stato detto, ma a questo punto sono sicura di poter far cadere un luogo comune oramai consumato e scaduto: le chiacchiere da bar sono meglio delle insulse affermazioni da salottino mediatico sentite in questi giorni. Che il referendum abbia dato voce all’Italia consapevole delle proprie scelte, ho i miei dubbi. Seri dubbi. Il referendum, non sono una giurista, ma un minimo di educazione civica la conosco, è uno strumento nelle mani del cittadino che può dire la sua sull’argomento sottoposto alla sua attenzione. Bene, detto questo, nn va dimenticato che il diritto (acquisito) al voto è anche un dovere del cittadino. DIRITTO garantito da uno stato democratico, e DOVERE da esercitare come espressione della propria partecipazione alla “res publica”. Quanto ai ministri che predicano e incitano all’astensionismo va ricordato che ci sono delle leggi che puniscono penalmente questo reato, ma anche la giustizia nel BEL PAESE viaggia su di un binario a parte. Difficile dire quanti domenica siano andati semplicemente al mare ignorando che c’era un referendum cui partecipare. Altresì difficile dire quanti abbiano fatto questa scelta in modo consapevole. Difficile stabilire dunque se questa sagra dell’astensionismo abbia radici profonde e motivate, oppure sia la semplice conseguenza del disinteresse nei confronti della società e dei bisogni altrui. Discutibile, ma non incomprensibile la “discesa in campo” della Chiesa. Era logico che intervenisse (non erano elezioni politiche, ma un referendum che smuoveva la coscienza di molti e il ruolo guida che la Chiesa ha per molti cattolici “giustifica” la sua propaganda), ma doveva farlo pronunciandosi per un secco NO, visto che voleva questo. Perché istigare a un fenomeno di malcostume come l’astensionismo? Il non assumersi la responsabilità civile di fronte ad una scelta così importante, non è in linea con gli insegnamenti cristiani, è bene ricordarselo! Qual è il parametro logico che permette ad alcuni di affermare che gli italiani hanno buon senso? Il non andare a votare è espressione di buon senso? Non credo. Chi non era d’accordo doveva andare a votare comunque, ma la paura di confrontarsi con le ragioni dell’altro hanno prevalso. La paura di perdere e di lasciar parlare la gente è stata la vera causa che ha spinto la Chiesa e molti politici (non dimentichiamoci i loro accorati appelli) ad incentivare l’astensionismo. Peccato che, tronfi del loro “successo”, non si rendano conto che la loro, come quella di chi ha sostenuto la battaglia del Sì, è una sconfitta. Una sconfitta pesante, perché non fa altro che dimostrare il totale, crescente e irreversibile disinteresse della gente per la politica e le scelte politiche o meno che si prendono in parlamento. Come dargli torto? Ma chi ancora ci crede non può tacere, non può non farsi sentire.

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