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provini per un massacro
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provini per un massacro

tempo fa su tele+ fecero uno speciale su pasolini. ferrario diresse "provini per un massacro", intervistando ragazzi e ragazze chiedendogli se fossero stati disposti a fare certe cose per un film. un pò quello che probabilmente fece pasolini coi ragazzi che poi sono stati immortalati in salò. vedendo il dvd di johns(la dura vita dei ragazzi di strada) e vento di terra, mi è venuto in mente quel documento di ferrario. johns è una stronzata al pari di quella fetecchia di ragazzi difficili, rapportabile alla merdata di ragazze interrotte. vedere david arquette e lukas haas bamboleggiare sui marciapiedi fetidi di chissà quale quartiere o periferia degradata di los angeles, fa rimpiangere la puttana di pretty woman. s'invoca il massacro, che immancabile arriva telefonato non appena vediamo arquette disteso sul prato, ma non prima di acquistare il dvd che a 6.99 euri mi sembrò un affarone. cani gli attori o stronzo il regista? di sicuro il doppiaggio fa venire l'orchite, ma visto che per miracolo sul dvd abbiamo il film in questione, non era possibile mettere la versione originale. capita! si sbaglia, non è colpa di nessuno. un regista crede di fare un duro film sui ragazzi che si vendono sui marciapiedi di los angeles e invece purtroppo per chi acquista, fa una cagata. dispiace, perchè poteva venirci fuori qualcosa di buono, ma forse è meglio rivolgersi a bruce la bruce, che almeno per le mani si è ritrovato quel succoso e gustoso manzo di tony ward(di recente credo, ci ha deliziato le papille olfattive-mi sembra di sentirlo odorare di sudore-con la campagna pubblicitaria per un profumo di cavalli e più indietro in mutande nelle vetrine dei sisley stores... ben affleck impara!). neanche gli schiaffi sapevano darsi. grazie alla dolmen, mi son potuto riassaporare vento di terra e i provini che marra ha fatto agli attori. il giorno dopo ancora ho visto l'ultima lettera di wiseman. un monologo con una certa catherine samie... ripensando a scott silver e al suo johns, mi son detto che non è giusto avere pietà. vedere catherine samie recitare per un'ora e mezza l'ultima lettera al proprio figlio, fa rimanere letteralmente a bocca aperta. mettiamo anche che la samie abbia provato sulla sua pelle l'orrore della persecuzione nazista, il che mette un altro strato di pelle d'oca, ma la resa che da attrice ha saputo dare a quel monologo ne ha del miracoloso. lo stesso si può dire del bel film di marra. lo dice lui stesso, ma è una cosa che comunque si percepisce. non è tanto una resa della realtà quella che marra vuol dare chiacchierando coi suoi "attori", presi direttamente dal quartiere nel quale si gira. non è un documentario o un dossier, di fatto un abitante di quel quartiere andando a vedere il film ha detto che non è un film duro, perchè la realtà sa essere ben più dura. una meravigliosa opera di finzione che affonda le dita delle mani nella realtà come le radici di un albero nella terra. e il primo piano immobile di vincenzo che sfuma nella panoramica della sua città al contrario. stessa panoramica dell'inizio. si torna al punto di partenza. il cerchio si è chiuso e a vincenzo non rimane che la malattia. a distanza di qualche giorno mi guardo un sogno in fondo al mare(titolo orèndo!) sempre con david arquette, però leggo che il film è di finn taylor, quella di effetto allucinante. il film non è male, poi c'è un effetto anni 70 che non guasta. il road movie con malattia terminale viene stemperato dalla mano della regista che non calca la mano sui sentimentalismi, sulla bella fotografia, sulla scelta musicale da primo premio e su una cathy moriarty che per fortuna non è caduta nel dimenticatoio... assomiglia tanto alla liz renay di desperate living, capo-lavoro di john waters senza divine, ma con una strepitosa mink stole. il buon arquette è volentoroso, lo coproduce pure, ma mi da l'idea di essere più predisposto per gli screams o gli arac attack. il film della taylor finisce bene e il film di silver ha un riscatto parziale solo nel finale. il marchettaro schiatta per mano di un finocchio represso giusto prima di lasciare il marciapiede. un film sbagliato. rewind & erase! P.S. six feet under è il serial più bello degli ultimi secoli e i suoi attori principali, delle meraviglie di cui naturalmente il cinema americano non sapà che farsene. peccato perchè hall l'avrei visto bene nell'ultimo film di romero, la conroy è beatamente strepitosa e la ambrose mi ricorda tantissimo la ricci...

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