Arancia meccanica
- Grottesco
- Gran Bretagna
- durata 137'
Titolo originale A Clockwork Orange
Regia di Stanley Kubrick
Con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clarke, John Clive
Logos’ Cafè, 10 del mattino. Brown e Jackie stanno facendo colazione. B (ha in mano un giornale dove c’è un articolo su Sartre): ehi Jackie, senti cosa dice questo… J: che cosa…? B: un tizio, un filosofo, senti cosa ha scritto: “l’uomo è condannato ad essere libero”… ah ah ah, ma dai, che cazzata… J: a me non sembra così stupido invece… B: ma che dici, ti sei bevuta il cervello? Scusa, non per iniziare una polemica inutile, ma se il fine dell’uomo è quello di essere libero -o almeno dovrebbe- non è un paradosso assurdo quello che ‘sto sciroccato ha scritto? Che poi io non li capisco… J: ci credo Brown, te sei cresciuto a gialli da quattro soldi e romanzacci porno, figurati… B: guarda che sono libri di alta classe! J: oh, non ne dubito. Però leggendoli sei diventato… ecco, sì, sei superficiale e banale. Te leggendo quella frase non c’hai capito nulla, ecco. B: e sentiamo, che cosa non avrei capito? J: prendiamola così: “libertà” per questo Sartre non significa ciò che intendiamo in questo momento, ossia la “semplice” espressione di ciò che si è o si vuole fare nella normalità, semplicemente per lui credo sia invece una libertà infinita, e sai cosa succede se l’uomo ha infinita libertà, no? B: non credo di seguirti… J: ok, facciamo così: io ho due caramelle, le ho comprate coi miei soldi dall’edicolante lì di fronte. Mi siedo per mangiarmele ma arrivi tu, ciccione ingordo, e me le rubi perché hai fame. B: che esempio di merda… J: beh, però intanto le caramelle te le sei mangiate, hai fatto del comodo a te stesso, però hai leso la mia sfera di libertà! Se sostituisci quelle cavolo di caramelle col petrolio e metti al tuo posto una certa nazione chiamata America, hai un esempio più concreto… B: e quindi? Ancora non riesco a capirti, che diamine! Mi fai davvero impazzire, dove diavolo vuoi andare a parare, vuoi farmi la morale? J: certo che sei veramente ottuso… Per questo tizio qui di cui parla questo cavolo di articolo la libertà è una condanna in quanto siamo noi come esseri umani ad essere responsabili in ogni occasione delle nostre azioni. E sai cosa voglio farti capire? Che nella nostra merdosa società è una condanna ancora più grande, perché c’è gente che di questa libertà infinita ne ha veramente troppa… B: oddio, eccola che comincia col solito discorso… J: ovvio! (B pensa: “la società fa schifo”) J: la società fa schifo… (B pensa: “ questo mondo dove chi governa ci frega tutti”) J: … questo mondo dove chi governa ci frega tutti… e ti dirò, se ne sbatte altamente di noi e di cosa vogliamo, e ci toglie davvero le libertà che dovremmo avere. B: sei banale, questo discorso sa di aria fritta, di terra calpestata mille e mille volte, finisci sempre a contestare la società… incredibile! J: oh certo, odorerà pure di fritto e strafritto, ma se è così… Senti Brown, nel ’71 quel maledetto geniaccio di Kubrick ha diretto “Arancia Meccanica”; l’hai visto, no? B: cavoli, mi chiedi se ho visto “Arancia Meccanica”? J: perfetto. Sai da dove viene quel titolo? B: sinceramente non l’ho mai capito, anche se devo ammettere che è affascinante, accidenti… J: quel titolo significa che il nostro mondo, la nostra gran società è strana proprio come un’arancia meccanica: fuori è tutto perfetto, i bambini vanno tutti felici a scuola, le mogli non si lamentano mai dei mariti, non hanno amanti e fanno le brave casalinghe, i mariti se ne vanno al lavoro e dopo ore di lavoro hanno il sorriso sulle labbra e persino un mazzo di fiori per le loro donne; ma è dentro che c’è il marcio: un mondo tutto al contrario, dove “loro” ti sfruttano come essere umano e ti fanno credere che vada tutto bene quando va tutto a puttane. Ecco la critica orwelliana di quel titolo e di quel film, è la fine di ogni utopia… B: beh, ti seguo poco, tu la butti sull’intellettualoide… J: mi difendo come posso. B: e allora dimmi una cosa: se nel mondo c’è questa “terribile” libertà infinita, questa “condanna” verso l’uomo che, come dici tu, il più delle volte lede la sfera altrui… J: sì…? B: … ecco, dimmi: allora secondo te non esiste nessun posto dove si possa essere liberi? Avanti, convincimi! J: no Brown, non sarai così ingenuo da non saperti rispondere da solo, vero…? B: senti Jackie, sono stupido fino ad un certo punto: dopo che mi hai detto tutta questa valanga di concetti pseudo-intellettuali e filosofici ho ben capito dove vuoi andare a parare. J: bene, ti sei risposto da solo. B: ah Jackie, ti consiglierei uno dei miei bei romanzetti, per tranquillizzarti e liberarti la mente. J: non ne ho bisogno, credimi. Ops, si è fatto un po’ tardino. B: eh, in effetti… Beh, allora? J: allora andiamo. Al mio 3? B: come preferisci, madame… J: bene: uno… due… TRE, FERMI TUTTI, QUESTA è UNA RAPINA!!
Titolo originale A Clockwork Orange
Regia di Stanley Kubrick
Con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clarke, John Clive
Titolo originale 1984
Regia di Michael Radford
Con John Hurt, Richard Burton, Suzanna Hamilton, Cyril Cusack
Titolo originale Vinyl
Regia di Andy Warhol
Con Tosh Carillo, Gerard Malanga, J.D. McDermott, Ondine
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