Ho capito. Ho capito tutto. Il Papa è in fin di vita e non posso non esserne toccato. Non credo, non pratico, ma non posso non riconoscermi nella cristianità che la mia cultura, il mio passato, la storia mi ha cucito sul DNA. Non posso non riconoscere la grandezza intellettuale di un uomo che ha dato tutto quello che aveva, che nei limiti della visione cattolica ha avvicinato culture diverse, religioni diverse, molto di più di ogni altro predecessore. Un grande uomo a capo di una grande truffa. Ai miei occhi mi è sempre sembrato quello tirato in mezzo, quello che il potere lo vedeva scorrere sotto di sè mentre benediceva le folle. Il potere dei cardinali, dei soldi delle banche, della mafia cattolica. Il potere dei pedofili, dello sfruttamento, della fede armata e integralista come e forse più di qualsiasi fede mussulmana. E lui lì a benedire, a sciare, a passeggio sui monti, a beccarsi le pallottole. Lui messo lì con quel bel faccione rubicondo e quel sorriso furbo, ad attirare gli sguardi, i pensieri, le attenzioni mentre i poteri occulti facevano e fanno la loro opera. Forse conscio di questo o forse no, a me è sempre sembrato così, come uno di noi, che esercita la propria razione di potere sperando che da sopra o da sotto non sparino. Sperando che l'esercente del terreno potere del fare e del disfare, non lo licenziasse come si fa con i grandi. Che so, con un caffè corretto. Credo che tutta la visibilità, la credibilità, l'amore dei fedeli che si è conquistato giorno per giorno l'abbia salvato dalle dimissioni coatte tanto in uso nella Pia sede VAticana. Questo suo non mollare nonostante tutto, è frutto del sentimento di protezione che lui ha avuto per noi. Che continua ad avere. Io ho capito. E lui sapeva. Il suo miracolo, ha fatto ciò che nessuno avrebbe mai osato. Hanno pronti i coccodrilli da anni, gli squali, pronti con le loro telecamere a fare a gara a chi dà la notizia per primo, per lo share. Hanno sospeso tutte le trasmissioni idiote, per rispetto. Tutto si sta svolgendo in un clima di intimistica attesa. Tutti sono rivolti verso di lui, in attesa della sua morte. E lui non muore, si aggrava, rinsavisce, saluta e dorme. E poi ancora e ancora. E tutti lì pronti e sempre pronti saranno, in attesa. Nessuno urlerà più da un processo televisivo. Nessuno dirà più stronzate, nessuno oserà più discutere. I calciatori si picchieranno meno, i politici sorrideranno e stringeranno alleanze o semplicemente staranno fermi a riflettere. Tutto sarà di un tono più basso. Fino alla fine. Che non ci sarà, perchè Karol è immortale, resterà sempre così, tra lì e là. Quando la televisione fisiologicamente allenterà la tensione, lui darà un cattivo colpo di tosse e tutto di nuovo sarà su di lui. Per sempre. La gente sarà un pò più libera, senza la pressione dei media, penserà di più, fara più all'amore, litigherà meno. Questo sta facendo Karol, ci sta proteggendo, ci sta liberando, piano piano, con quel suo faccione rubicondo e il sorriso furbo, li ha fregati tutti. Immortale. Chi l'avrebbe mai detto. L'ultimo regalo di un grande uomo.......un sogno ROTOTOM
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