Ho raccolto le ultime energie di oggi per piangere. Un pianto nervoso, con poche lacrime. Ho pianto perchè era ora di farlo, era ora di tendere i muscoli, di respirare profondo, di accordare i tendini un'ottava più in alto. Avevo bisogno di stravolgermi i lineamenti del viso fino a non riconoscermi più ed implodere tutta la mia disperazione in un orgasmo al contrario, per me. Solo per me. Appallottolandomi intorno al diaframma per udire tutta la potenza dei singhiozzi e rendermi conto in tutto e per tutto del momento, dell'attimo della mancanza di terra, l'ebbrezza del vuoto, della fine. Il mio personale terremoto, abbracciando la mia colonna portante questo attimo di soave mostruosità me lo godo tutto, non ho scampo. Così faccio durante le mie eruzioni, i miei terremoti. Vado di sopra, esplodono gli argini del mio fiume interno, della palude di angoscia che mi ribolle in gola. Così rovescio tutto, tutte le gioie, le paure, le frustrazioni. Tutti gli amori avuti e persi, le facce della gente che conosco, che odio, che amo, gli amici scomparsi. Le disillusioni, gli impegni, il futuro a non più di mezzo metro da me, il passato. Il presente deformato. Tutto questo, tutto il peso dell'esistenza mi scardina gli stipiti in cui sono inquadrato e dal quale non posso muovermi, mi abbatte le blindature cromate, le convenzioni ottuse, i gesti misurati, le parole contate, i pensieri precotti. Spazzato via. Resto così, nudo a ricordarmi di come sono fatto, a contare le mie paure una ad una, rimetterle in file ordinate così che possa riconoscerle subito. Resto così a toccarmi per sentire di cosa sono fatto, di carne, muscoli, sangue e lacrime, maree di fluidi e sogni. Tanti sogni. Resto così, per sapere cosa voglio realmente, a contare gli alberelli salvi dopo l'inondazione. Voglio lei. Voglio il mio spazio. Voglio esistere. Resto così a pensare, ora, a chi sono. Sono un uomo e ora che ho pianto, ne sono sicuro....un momento così da ROTOTOM
Siamo del tutto simili, intelligenza a parte. A parte che in caso di disastro nucleare loro si salvano e noi no. Anche se dubito che il disastro nucleare possa essere provocato da loro. C'è qualcosa che tocca....
Si sa sempre di più di ciò che ammettiamo di sapere. Molte cose si sentono, si intuiscono nel profondo e non si ammettono in superfice. Il conscio e l'inconscio. La testa e l'intestino.
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