per quella stretta alla bocca dello stomaco
suona un pò forte. succhiare raggi di luce, ma ben rende il mio stato d'animo. il mio mood di vampirizzare quei raggi benefici che s'intravedono tra le nubi. esserne trapassati come un vampiro, ma non morirne. trarne vita e potere. giacere sui sabbioni di pò quando il fiume è basso. mai fatto, troppo schifiltoso, ma immaginato spesso. in quelle giornate afose dove il verso delle cicale sembra che entri nel cervello e in uno sbotto vorresti radere al suolo il bosco per farle smettere. giacere coricati su di un fianco, mentre quei raggi ti friggono la pelle. il bagno che fernandel/don camillo si fa nel fiume stremato dal caldo, rende bene l'immagine che da 33 anni ho davanti agli occhi. una mano grossa e larga premurosa mi spalma crema protettiva. appoggiata sul costato, la sua pelle si amalgama alla mia. si mischiano un pò come nei delta dei grandi fiumi quando l'acqua del mare abbraccia e si congiunge con quella del fiume. una lotta, uno scontro, un incontro, uno scambio. una sorta di cronemberg mischiato al jackson splatter di braindead. prima la pelle , poi la carne, le ossa che sfregano, le interiora, il sangue. i grossi corvi bicolori, neri e grigi, osservano incuriositi e con lo stimolo di gettarvisi sopra per afferrare qualcosa col becco da mangiare. gli aironi invece gettano una sfuggevole occhiata con aria di ostentata superiorità. quella mano esitante, ricomincia il suo lavoro. gli occhi s'incontrano. le bocche si allargano in un tenue sorriso d'intesa... i grossi corvi grigi e neri confusi, scuotono la testa. l'afa, i miraggi
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