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scene da visioni private
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scene da visioni private

il senso di meraviglia del kolossal di miyazaki, coi suoi mondi sospesi nel cielo, le principesse con immensi poteri e i conan che nuotano a rana nell'aria o scalano pareti verticali di metallo usando le dita dei piedi come quelle delle mani. il cartone animato "deve" divertire e distrarre, portarci in un'altra dimensione che non sia quella che si abbandona entrando in una sala di cinema, ma a differenza di un ottimo "gli incredibili", o di un più sufficiente "shrek2", si può trasformare in qualcosa di più altro. fin'ora con le cose viste di miyazaki mi è sempre successo di ritrovarmi in quella landa da sogno ad occhi aperti, in cui ogni "bambino" vorrebbe trovarsi. tra uno stupendo "harvey krumpet" corto coi pupazzetti di plastilina, passando per un "vincent" made in tim burton, dove la sua magia non era ancora avvelenata da grandi pesci che cercano di saltare da piccoli specchi d'acqua a grandi corsi d'acqua per esplorare, fino al charlie brown che s'interroga sul significato del natale. spassosa la scena quando charlie è dal medico-lucy e questa gli elenca un sacco di malesseri che finiscono tutti in fobia e poi finalmente quando gli dice che ha la fobia di tutto, lui le urla soddisfatto che è quello di cui soffre. e di persone sofferenti son piene le restanti visioni. da una splendida e ritrovata tilda swinton in "the deep end", di cui come spesso accade "i segreti del lago" è un riduttivo titolo italiano. una giovane madre che si fa carico di una famiglia numerosa, il cui marito è sempre su qualche nave da guerra in giro per gli oceani e i mari. rimarchevole la prima visione di matilda, quando si presenta al club del losco josh lucas, chiedendogli di lasciar in pace il figlio. sempre tenere dentro tutto. non far mai sapere nulla a nessun membro della famiglia. trova in goran visnjc una spalla utilissima. molto bella una delle ultime scene, quando chiede al figlio beau di aiutarla, senza chiedere niente. bello e potente ma ssolutamente da non vedere se si è momentaneamente fragili, prima della tempesta, ennesima riprova di un cinema scandinavo vitale. questa volta ci sono un figlio e un marito al centro della storia. due storie che s'incrociano, si toccano e s'inquinano. le madri e le mogli rimangano un pò ai margini, non riescono a far parte dei problemi dei rispettivi affetti, ma anche se ai margini, per fortuna ci sono. c'è comunque un sense of wonder, nella scena di paul e ben riappacificati. si può far funzionare le cose, volendolo. il cervello umano può essere utilizzato per creare giochi pirotecnici al ritmo della musica. la musica delle possibilità, la musica del buon senso e dell'amore... non è tutto uno spuntare di cuori, di pozioni magiche ed incantesimi del felici per sempre?... ben e paul li hanno ben utilizzati, questi marchingegni.

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