La terra dell'abbondanza
- Drammatico
- USA
- durata 114'
Titolo originale Land of Plenty
Regia di Wim Wenders
Con Michelle Williams, John Diehl, Richard Edson, Bernard White, Burt Young
mi piace il digitale. il digitale fa sembrare la finzione realtà. la notte losangelina di collateral sembrava vera, e lo era vera, visto che era girato di notte, in più ne ha tratto vantaggio anche la recitazione di tom cruise. ier sera sentendone parlare in tv, ho ricevuto conferma a ciò che pensavo dopo averlo visto. il vincent di cruise non è cattivo, non tanto di più di un max di foxx. foxx se ne frega dei morti ammazzati, fino a quando non conosce i morti ammazzati. e così ci sono momenti nel film di wenders che mozzano il fiato per tanto che sembrano veri, soprattutto all'inizio. che del resto arrivare a los angeles(io ci sono atterrato per iniziare un tour)per michelle williams mi ha fatto ricordare il mio atterraggio. c'ero ma non c'ero. non avendo un centro preciso, ero in los angeles, ma era come se non ci fossi. il film di wenders è un film che comunica confusione. la confusione di un europeo nel cercare di districare la matassa del dopo 11 settembre. la confusione di un veterano del vietnam, che si ritrova catapultato nell'inferno della giungla vietnamita. la confusione della giovane nipote che tornata da tel aviv, dopo anni di missioni di pace, torna in una nazione in pace, agitata e sconquassata oltre che dalla tragedia delle torri, anche da una situazione di estrema indigenza e povertà. la telecamera digitale di wenders vuole comunicare più realtà possibile, per come un film di fiction glielo possa permettere. i cambi di luce dei cieli sopra i paesaggi deserti fuori los angeles, sembrano veri. sembrano quelli ripresi in un documentario o meglio ancora in un filmino casalingo e il viso di john diehl, attore relegato a ruoli da caratterista nelle produzioni main-stream, qui assurge a protagonista. il tetto della missione nel quale è ambientato gran parte del film si affaccia sull'insegna del NEW MILLION DOLLAR HOTEL, una delle punte più basse della cinematografia wendersiana e mondiale. sembra che wenders guardi a quegli emarginati con un tocco di sarcastica simpatia. gli emarginati "poetici" e insopportabili quanto finti di quel film contro la realtà, o ciò che più le si avvicina. tendo spesso a fare paralleli tra film che per me si ricordano. e dopo che ho visto THE CONNECTION di shirley clarke ieri notte, lo trovo simile al nuovo film di wenders. la ricerca di una verità attraverso il filmabile, mediante espedienti da fiction. l'uso massiccio della musica, jazz in connection e post-rock(?...) in land of, fa il resto. musica che spesso soffoca le parole per poi fermarsi o affievolirsi e ridare la precedenza alle parole scritte o improvvisate. i personaggi di connection interloquiscono con lo spettatore attraverso la lente della cinepresa che porterà loro al cinema. così come lo sguardo quasi imperturbabile del protagonista di L'AMOUR C'EST GAI L'AMOUR C'EST TRISTE, interloquisce col pubblico, dicendoci che ha vissuto!!! vissuto in un film. anche wenders interloquice con il publico che vedrà il suo film, chiedendoci di ascoltare le voci della tragedia delle torri, chiedendoci di non fare come jamie foxx che se ne frega se non conosce le vittime, chiedendoci di considerare quella tragedia come un punto di riflessione dal quale non è più possibile tornare indietro, e non come un mero via libera al culto della vendetta
Titolo originale Land of Plenty
Regia di Wim Wenders
Con Michelle Williams, John Diehl, Richard Edson, Bernard White, Burt Young
Titolo originale Collateral
Regia di Michael Mann
Con Tom Cruise, Jamie Foxx, Jada Pinkett Smith, Mark Ruffalo, Peter Berg, Irma P. Hall
Titolo originale Pull my Daisy
Regia di Robert Frank
Con Allen Gisberg, Peter Orlowsky, Gregory Corso, Delphine Seyrig
Titolo originale L'amour c'est gai, l'amour c'est triste
Regia di Jean-Daniel Pollet
Con Claude Melki, Bernadette Lafont, Chantal Goya, Jean-Pierre Marielle
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