Marchal (uno che sa di che parla visto che era un ex poliziotto), risale la catena del potere partendo dal basso, per decantare il profondo disagio di chi fa il poliziotto, non per sete di giustizia, ma soltanto per non cadere nel baratro in cui guarda ogni giorno.
E invece è "una serie molto coraggiosa, che qui ci sogniamo (si è tentato qualcosa di simile, per coraggio, con "Dostojevski") e che, da sola, vale l'abbonamento su MyMovies". La mesías, Spagna, 2023
Il film di Camp potrebbe sembrare più piccolo, ma ha sicuramente più cuore. Un vero adattamento, ad oggi il miglior live action tratto da un classico Disney.
Tra le serie che possono rientrare, se pur di sguincio, nel para-tedioso infra-genere à la Liane Moriarty (Big Little Lies), questa creata da Jonathan Tropper è la migliore in circolazione perché, senza giungere ai livelli stilistici di The White Lotus, si dimostra abbastanza adulta. E poi ci sono Jon Hamm e Amanda Peet.
Un racconto circolare che si dilunga ben oltre la durata del libro di Margareth Atwood, ma che con uno stratagemma ben orchestrato, torna all’inizio dove non è detto che tutto venga scritto...
The Ritual è lento e ripetitivo. Al Pacino non lo salva, ma almeno è l'unico motivo per guardarlo anche se sembra più un ospite d'onore in pantofole che il protagonista carismatico che ti aspetteresti
Un film spassoso e dalla tecnica ancora impeccabile che nasconde il desiderio di Wes Anderson di cercare il sentimento dietro l’immagine di un mondo “manipolato e immaginario”
Deborda e straborda, questo Final Reckoning, scivolando alternativamente nella melassa oppure nella prevedibilità acuta. E, inoltre, manchevole com’è della pur minima oncia di autoironia, finisce per fare il giro, diventare involontariamente ridicolo e, per di più, annoiare.
In questi giorni ho ritrovato e rispolverato una delle “rubriche” che, all’epoca, avevo deciso di creare, all’interno di filmtv.it. Ogni puntata era dedicata ai cortometraggi di esordio di quelli che poi sarebbero diventati noti registi. Grazie OGM, una riscoperta che ci ha emozionato.
Un racconto circolare che si dilunga ben oltre la durata del libro di Margareth Atwood, ma che con uno stratagemma ben orchestrato, torna all’inizio dove non è detto che tutto venga scritto...
Grazie a una direzione dinamica e riprese tecnicamente molto accurate, il film sviscera una storia d'amore vitale, romantica e ironica che esplode e vince ogni resistenza, in un mondo stilizzato che pare un fumetto intriso di violenza, sangue e ferite tutte da rimarginare.
Il ritorno di una leggenda, un film italiano di botte e pugni, un "elevated dog movie" con un cane grande come un vitello, un film francese "esagerato" e un family horror che ci aspettavamo avesse almeno un centinaio di schermi e invece niente, zero, niet. Per adesso.
Alain Delon è un Tom Ripley dalle mille sfaccettature; il bellissimo personaggio creato dalla Highsmith permette all’attore francese di poter mettere in mostra - forse per la prima volta - tutta il suo talento. Delitto in pieno sole di René Clément.
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