Fascinazioni queer, spostamenti e fughe, ambienti ricercati, l’avvolgente rincorrersi di spiegazioni sempre sul punto di smarrirsi, il talento prodigioso della menzogna, quello di un cinema che parlando d’altro (ri)scopre magnificamente sé stesso.
Un'opera tecnicamente straordinaria, in presa diretta, che si dirama pedinando incessantemente l'uno o l'altro protagonista, lasciando fuori scena il resto. Aumentandone la fluidità e la credibilità.
Con “Severance/Scissione” è come se l’ultimo Lynch avesse trovato una quadra(tura del cerchio) kubrickiana e Tati si fosse perso e poi ritrovato in Hitchcock. Per dire che va guardata è abbastanza?
Poco interessato ai raccordi e alle psicologie, Mainetti mostra una buona mano nel girare gli scontri. Grazie all’attività di stunt-woman dell’interprete Yaxi Liu, non fa ricorso a controfigure, né a trucchi di montaggio per mascherare i colpi. In questo modo l’azione risulta essere sempre fluida, dinamica e chiara da seguire.
Al punto più basso della piramide aziendale c’è il ragionier Ugo Fantozzi dell’ufficio sinistri, la spugna che assorbe le impurità di ognuno, il parafulmine che accoglie tutte le scorie sociali. Il marito e il padre disamorato, l’uomo insoddisfatto, l’impiegato appiattito.
Una volta, i film di bravi registi che facevano un prodotto brutto, si chiamavano “film su commissione”, mi auguro con tutti il cuore che si tratti di una cosa del genere.
The Electric State: in pratica la “Fiera della Carne” di “A.I.” in versione l’Albero Azzurro & MeleVisione (con tutto il rispetto per Dodò, Orso Balosso, Tonio Cartonio, Milo Cotogno e soci) con l’appeal che può generare l’horror vacui/pleni dei Me Contro Te.
Film che funziona perfettamente, esattamente come uno scambio ferroviario ben manutenuto. Piacerà, e molto, a chi desidera esplorare le differenze che da sempre dividono genitori e figli.
Questo film è una raccolta senza precedenti di svarioni, insulsaggini, incongruenze come difficilmente ho visto. C’era più erotismo ne Il macellaio con Alba Parietti, giuro, e più giallo in Spiando Marina con Deborah Caprioglio. Risultati al botteghino mai così coerenti.
Film molto ben condotto da Ellen Kuras, che sceglie Kate Winslet per interpretare questo personaggio complesso, sfaccettato, dotata di una vista così perforante da vedere oltre. I suoi reportage di guerra sono ai confini dell’arte e dell’arte hanno lo sguardo inquieto e mobile.
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