Il top del top. I film che guarderei in ogni momento, che conosco alla perfezione, di cui ricordo ogni singola battuta e inquadratura così bene da poterli dirigere tutti e sette. Non sto scherzando!
Il sequel dei sequel, il migliore in assoluto. Interpreti perfetti; uno meglio dell'altro e Robert De Niro migliore di tutti, ci regala il miglior Don Corleone di sempre, quello che che in grado di far emozionare anche quando porta una pera alla moglie. La storia è più attuale, più drammatica rispetto a quella del prequel. La perfezione assoluta si ritrova anche sul versante tecnico; il montaggio e la regia sono abbastanza dinamici da non far pesare i 194 minuti del film e sottolineano alla perfezione differenze e analogie tra la vita di Don Vito e quella di suo figlio Michael. La fotografia di Gordon Willis è storia del cinema, come pure le musiche di Nino Rota, più solenni e struggenti e quelle di Carmine Coppola, dai tratti più popolari e legati alla tradizione siciliana.
Non ho mai visto un film di regalarmi così tante emozioni in poco più di due ore; gioia, tristezza, delusione, spensieratezza, riflessione. Un film assolutamente magico, una favola moderna.
Il mio film preferito del mio regista preferito, Woody Allen. Tratta un'infinita varietà di temi, come la famiglia, la religione, l'amore, il rapporto con l'arte; insomma in questo film c'è la vita. E' un film semplice, non ha un particolare intreccio, non ci sono battute che solo i laureati in filosofia possono comprendere; ognuno può farsi una propria idea, giungere a una propria considerazione sull'opera. Personalmente sono sempre particolarmente felice dopo ogni visione di questo capolavoro, che termina con una stupenda atmosfera di armonia fra tutti i personaggi.
Il thriller per eccellenza che nasconde, almeno a mio parere una delle più particolari e impossibili storie d'amore cinematografiche, quella tra il Dottor Hannibal Lecter e Clarice Starling. La scena in cui le mani dei protagonisti si sfiorano è, a modo suo, così carica di erotismo. I protagonisti sono eccezionali; Hopkins interpreta, probabilmente, il miglior villain della storia del cinema e la Clarice della Foster è una donna molto intelligente e sveglia, in grado di tenergli testa.
La miglior sequenza di apertura della storia del cinema si trova in questo film; un pugile che dopo la vittoria si muove, quasi danzando, sul ring, sulle note dell'intermezzo della Cavalleria Rusticana. Lui è Robert De Niro, che ci offre un'immedesimazione, più che un'interpretazione di Jake LaMotta, uomo violento, autodistruttivo, la cui carriera non fa altro che riflettere il carattere della sua vita. Questa è forse l'opera in cui il sodalizio Scorsese-De Niro raggiunge il massimo.
Con appena trenta minuti di scene filmate in Vietnam, lo spirito della guerra emerge più che in qualsiasi altro film. L'opera di Cimino mostra come la guerra cambia inevitabilmente la vita delle persone che vi sono coinvolte e come questa sia in grado di stravolgere anche uno dei valori più importanti, l'amicizia.
Tarantino si è superato, ha cambiato la storia grazie al Cinema. E' ormai un regista maturo, in grado di affrontare temi importanti, di creare un vero capolavoro (che non è di certo Pulp Fiction, secondo me!). Quentin crea l'unico cattivo della storia in grado di spaventare qualcuno ordinando semplicemente un bicchiere di latte... Ditemi voi se questa non è pura genialità. D'altronde lo dice anche il regista, attraverso Brad Pitt, nella scena conclusiva del film: Questo potrebbe essere il mio capolavoro! Quentin leva il condizionale!!!!!
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