I MIEI MAGNIFICI 7 PER LA MIA MENTE e nella mente di 7..grandi registi
Dopo aver letto questo elenco..che non sarà mai definitivo, ma in evoluzione, (peccato non sia più modificabile qui) Ci aggiungerei, Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, il mio magnifico 7 del cuore….
E quanti altri ancora ne metterei ...anche se, ammetto la mia totale ignoranza … poi sceglierei sempre, solo col cuore.
Con Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Heinz Bennent, Jean Poiret
L'ultimo metrò Drammatico Francia 1980 François Truffaut nella foto: Gérard Depardieu, Catherine Deneuve
La finzione del teatro nella finzione del cinema calati nella Storia (Germania durante l’occupazione nazista) “L’amore fa male forse?” – Si , l’amore fa male. Come un grande avvoltoio plana sopra di noi , si immobilizza e ci minaccia. Ma la minaccia può essere anche promessa di gioia.” (battute del dramma , recitate da Marion e Bernard)
Dogville Drammatico Danimarca/SF/Germania/Italia 2003 Lars von Trier
Il set cinematografico come un palcoscenico teatrale. Un nuovo modo di fare cinema dai contenuti forti, narrati in un modo assolutamente anticonvenzionale in tutti i sensi, magari non accettato, non compreso e non apprezzato dalla maggioranza, forse perché troppo moderno, eccentrico, come l’arte contemporanea presente.
grazie labbro per aver completato la frase del film. è bello sapere che spesso ciò che vediamo al cinema , per certe circostanze è come se lo vivessimo o come se facesse parte di noi.
affascinante il parellelisomo fra finzione e realtà, fra cinema e vita, come se una racchiudesse l'altra e viceversa. ciò che nella reatlà è impossibile nella finzione dello spettacolo diventa possibile.
le grandi passioni ed i grandi sentimenti son fonte di gioia , ma anche di sofferenza, soprattutto se irrealizzabili e nell' ultimo metrò , l'amore impossibile si realizza solo con la recita, nella finzione del teatro. gli amori impossibili fan parte di molta cinematografia di truffaut e che sia un non caso che truffaut abbia scelto catherine deneuve in la mia droga si chiama julie ed in l'ultimo metrò'?
ciao Vicky! Mi sono accorto con colpevole ritardo della tua risposta.... niente da aggiungere a quel che hai giustamente scritto. Tra l'altro, mi sembra (ma potrebbe essere un falso ricordo, frutto di sinapsi che oramai vanno un pò per gli affari loro), che il passaggio su "gioia e sofferenza" ci sia , pressochè letteralmente, anche in "La mia droga si chiama Julie". A voler invece aggiungere un altro omaggio all'idea di cercare "la perfezione almeno nell'arte", visto che è talmente difficile se non impossibile farlo nella vita, mi viene in mente l'Alvy Singer di "Annie Hall", che cambia il vero finale in quel "ristorante macrobiotico in Sunset Boulevard".
Ciao Labbro, grazie per la risposta e per aver aggiunto questa bella osservazione: L'amore è , al tempo stesso, fonte di gioia e sofferenza, per questo è irrazionale ed è un mistero. Grazie per averlo spiegato bene citando, oltre che il grande Francois Truffaut , le sequenze di in un film più che intramontabile , Io e Annie, ovvero quello di cercare la perfezione almeno nell’arte , visto che è tanto impossibile nella vita..ma che ci possiamo fare visto che i rapporti uomo donna sono pazzi , assurdi, assolutamente irrazionali , che ci regalano gioia sofferenza e dannazione, ma che per quanto assurdi , pazzi ed irrazionali non ne possiamo fare a meno, e... (lascia che anch'io vada con le mie personali sinapsi neuronali ..che .. se ne vanno per gli affari loro..), come lo psichiatra con il suo paziente che si crede di essere una gallina e va dal dottore..e”perché non lo interna ..se è tanto pazzo da credersi una gallina? “ ma poi a me le uova chi me le fa?” la perfezione nell’arte del cinema la raggiunge anche Woody con questo film.Ma d’altra parte è l’irrazionalità e per questo l’imperfezione dell’amore terreno a regolare i rapporti uomo – donna, che non sono solo chimica , ma anche un mistero difficilmente analizzabile ce lo dice allegramente Lubistch, altro grande regista statunitense di origini ebraiche “come spiegare perché un ape percorre centinaia di chilometri prima di trovare un fiore che lentamente schiude i suoi petali ?”
mah forse non mi sono spiegata molto bene. aggiungo un altra cosa anche se non chiarisce molto...volevo dire che era bella la scena che hai citato , del film di W Allen in Io e Annie, quando il protagonista del film, nella recitazione da lui scritta fa finire le cose, come avrebbe voluto che andassero, ossia in modo molto diverso di come non siano andate nella realtà ..e darci un idea di come intende lui la perfezione in una storia d' amore almeno nell'arte, dove tutto potrebbe essere bello ed anche perfetto. Ci è rimasta la fantasia , che almeno quella ci fa sognare un po'.
t'eri spiegata t'eri spiegata.... e la citazione di Lubitsch è proprio bella.
Ps: ma poi è proprio necessario che la vita sia razionale ed ordinata? E le storie d'amore, quelle che durano o quelle che passano e bruciano, non ci fanno vibrare di vita proprio perchè imperfette, accidentate, faticose, perchè ogni giorno è una conquista?
ps: comunque Alvin una sua piccola rivincita ce l'ha; becca Annie che sta trascinando un tale a vedere "The Sorrow and the Pity"....
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grazie labbro per aver completato la frase del film. è bello sapere che spesso ciò che vediamo al cinema , per certe circostanze è come se lo vivessimo o come se facesse parte di noi.
affascinante il parellelisomo fra finzione e realtà, fra cinema e vita, come se una racchiudesse l'altra e viceversa. ciò che nella reatlà è impossibile nella finzione dello spettacolo diventa possibile.
le grandi passioni ed i grandi sentimenti son fonte di gioia , ma anche di sofferenza, soprattutto se irrealizzabili e nell' ultimo metrò , l'amore impossibile si realizza solo con la recita, nella finzione del teatro. gli amori impossibili fan parte di molta cinematografia di truffaut e che sia un non caso che truffaut abbia scelto catherine deneuve in la mia droga si chiama julie ed in l'ultimo metrò'?
ciao Vicky! Mi sono accorto con colpevole ritardo della tua risposta.... niente da aggiungere a quel che hai giustamente scritto. Tra l'altro, mi sembra (ma potrebbe essere un falso ricordo, frutto di sinapsi che oramai vanno un pò per gli affari loro), che il passaggio su "gioia e sofferenza" ci sia , pressochè letteralmente, anche in "La mia droga si chiama Julie". A voler invece aggiungere un altro omaggio all'idea di cercare "la perfezione almeno nell'arte", visto che è talmente difficile se non impossibile farlo nella vita, mi viene in mente l'Alvy Singer di "Annie Hall", che cambia il vero finale in quel "ristorante macrobiotico in Sunset Boulevard".
Ciao Labbro, grazie per la risposta e per aver aggiunto questa bella osservazione: L'amore è , al tempo stesso, fonte di gioia e sofferenza, per questo è irrazionale ed è un mistero. Grazie per averlo spiegato bene citando, oltre che il grande Francois Truffaut , le sequenze di in un film più che intramontabile , Io e Annie, ovvero quello di cercare la perfezione almeno nell’arte , visto che è tanto impossibile nella vita..ma che ci possiamo fare visto che i rapporti uomo donna sono pazzi , assurdi, assolutamente irrazionali , che ci regalano gioia sofferenza e dannazione, ma che per quanto assurdi , pazzi ed irrazionali non ne possiamo fare a meno, e... (lascia che anch'io vada con le mie personali sinapsi neuronali ..che .. se ne vanno per gli affari loro..), come lo psichiatra con il suo paziente che si crede di essere una gallina e va dal dottore..e”perché non lo interna ..se è tanto pazzo da credersi una gallina? “ ma poi a me le uova chi me le fa?” la perfezione nell’arte del cinema la raggiunge anche Woody con questo film.Ma d’altra parte è l’irrazionalità e per questo l’imperfezione dell’amore terreno a regolare i rapporti uomo – donna, che non sono solo chimica , ma anche un mistero difficilmente analizzabile ce lo dice allegramente Lubistch, altro grande regista statunitense di origini ebraiche “come spiegare perché un ape percorre centinaia di chilometri prima di trovare un fiore che lentamente schiude i suoi petali ?”
mah forse non mi sono spiegata molto bene. aggiungo un altra cosa anche se non chiarisce molto...volevo dire che era bella la scena che hai citato , del film di W Allen in Io e Annie, quando il protagonista del film, nella recitazione da lui scritta fa finire le cose, come avrebbe voluto che andassero, ossia in modo molto diverso di come non siano andate nella realtà ..e darci un idea di come intende lui la perfezione in una storia d' amore almeno nell'arte, dove tutto potrebbe essere bello ed anche perfetto. Ci è rimasta la fantasia , che almeno quella ci fa sognare un po'.
t'eri spiegata t'eri spiegata.... e la citazione di Lubitsch è proprio bella.
Ps: ma poi è proprio necessario che la vita sia razionale ed ordinata? E le storie d'amore, quelle che durano o quelle che passano e bruciano, non ci fanno vibrare di vita proprio perchè imperfette, accidentate, faticose, perchè ogni giorno è una conquista?
ps: comunque Alvin una sua piccola rivincita ce l'ha; becca Annie che sta trascinando un tale a vedere "The Sorrow and the Pity"....
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