Il cinema, come la letteratura e la musica, per me è indispensabile per capire e interpretare la realtà e, come tutte le espressioni artistiche, vale se è bello, chiaro e utile. Odio i tecnicismi, gli esibizionismi, le chiacchiere di gran moda tra gli incompetenti e i tarantinati.
Titolo originale Rashômon
Regia di Akira Kurosawa
Con Toshiro Mifune, Masayuki Mori, Machiko Kyo, Takashi Shimura
La crisi della personalità e della identità (il dramma della modernità) risolta con un altissimo atto di pietas
Regia di Luchino Visconti
Con Alida Valli, Farley Granger, Massimo Girotti, Heinz Moog
Il momento della decadenza, anzi della mercescenza della bellezza assoluta (quella di Alida Valli e quella della ineguagliabile cultura mitteleuropea)
Titolo originale A Clockwork Orange
Regia di Stanley Kubrick
Con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clarke, John Clive
Il mito della mia giovinezza (mi si perdoni un po' di personalismo, spero giustificato dal livello dell'opera)
Regia di Pier Paolo Pasolini
Con Enrique Irazoqui, Susanna Pasolini, Settimio Di Porto
La narrazione più famosa del mondo trasfusa in pura poesia, con la più assoluta consapevolezza e l'accettazione del rischio massimo (solo Dante in Italia aveva osato tanto). La tragedia del film (l'urlo della Madonna di fronte al figlio morto) anticipa di soli 12 anni la tragedia della vita di Pasolini
Regia di Pier Paolo Pasolini
Con Franco Citti, Franca Pasut, Adriana Asti, Paola Guidi, Silvana Corsini, Luciano Conti
Con tutto rispetto per H. Bogart e soci, il vero volto del cinema è quello di Franco Citti
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