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Raffaele Mussini, appassionato di cinema a 360°, bulimico di visioni fin da piccolo. Si laurea in Marketing, per scoprire solo qualche anno più tardi che la sua vocazione è la scrittura. Pubblica così due romanzi e un saggio di cinema, "In ordine di sparizione - Più di duecento film che forse non avete mai visto o che avete dimenticato", edito da Corsiero Editore. Sta lavorando a un quarto libro, ma nel poco tempo libero il cinema combatte duramente per farsi strada e conquistarsi il primato tra le sue passioni. Ama Malick, Scorsese e Mario Bava, tra i tantissimi, con una predilezione per l'horror e per il noir d'altri tempi.
Quello che l’horror dovrebbe essere: non mero effetto ma causa profonda, la protesi di un trauma (in questo caso l’incidente, che accompagna la protagonista per tutto il film e sa farsi trauma vero, ricorrente e…
Stessa formula, stesso schema. Nessuna novità, ma l’intrattenimento e la suspense sono garantiti, grazie anche a un ritmo sostenuto. Lodevole la sequenza del DAY 1. Forse, al posto di una prosecuzione che poco…
Anche se soffre nel confronto con esempi troppo più alti (“Dal tramonto all’alba”, “Ammazzavampiri”), è un divertissement dove nel suo piccolo funziona tutto. Bettinelli-Olpin e Gillet…
Trama condensata in cinque parole, tre attori tre, corpo minimal. Tutto il resto è grande gioco di tensione, di set, di spazi, in una rutilante e serrata fuga da un simbolico rimosso. Perché il centro del film…
Con sprezzo assoluto per lo spettatore, i fratelli D’Innocenzo confezionano un film cerebrale, statico e insopportabile nel suo indugiare vanitoso tra volti e spazi.
Si credono autori, lo danno a vedere, esasperano tempi…
Un horror vecchio stile fieramente fuori tempo massimo. Non un rimando alla nostra contemporaneità, non un appiglio contestuale al nostro tempo, nulla che sia riconducibile agli anni della sua produzione. Se non che,…
Uno dei migliori film sul rapporto guardia-prigioniero mai realizzati. Sotto una patina di realismo quasi documentaristico (soprattutto nell’esplorazione degli spazi del carcere), “Ariaferma” svela cinema puro,…
Film per pochissimi “Beau ha paura”, opera fluviale e coraggiosa, dove la personale poetica dell’autore si sposa con la rappresentazione di un mondo allo sbaraglio, accecato da ideologie deleterie…
L'idea è quella della falsa riga di "Mamma ho perso l'aereo", con innesti di sadismo e venature horror.
Forse il danno più grande l'ha fatto il trailer: meraviglioso, una chicca impazzita che promette azione,…
Tra nostalgia degli anni ’70 (i toni, le atmosfere e i personaggi di contorno ricordano certo Linklater, quasi come se il film ne fosse una sorta di riproposizione virata all’horror), Stephen King conclamato (il…
Il film è una concezione di miscela pop vecchissima, post-tarantiniana e splatter a casaccio. Guarda molto a Guy Ritchie e alla sua idea di cinema cool post-moderno, ma il lavoro sul/sui genere/i è meno elaborato e…
Questo nuovo “Candyman” preferisce un approccio visivo fashion allo squallore periferico del precedente, il che non sarebbe neanche male se solo tale scelta avesse un senso critico e morale (viene da pensare ai…
CODA è tutto quello che ti aspetti: corretto, accomodante, piacione, facilissimo, finanche macchiettistico (la figura del professore Villalobos, un concentrato di tic ed espressioni-cliché). Eppure coinvolge,…
Davvero un oggetto stranissimo questo film. Un horror che sfocia nella commedia grottesca, con colpi di scena azzeccati (il plot corre a rotta di collo all’insegna dell’imprevedibilità) e una cinica…
Un canovaccio battuto all’inverosimile (il riferimento è ancora una volta Carpenter e il suo capolavoro “Distretto 13 – Le brigate della morte”) che, grazie a un bel gioco di scrittura e di attori,…
Cronenberg teorizza e provoca, mette in campo discorsi interessanti e acuti (l’esibizione degli organi come arte, per quanto tale idea appaia come un parto catartico e riassuntivo della sua carriera), ma relativizza tutto,…
Un omaggio appassionante e filologico, che attraverso il racconto della vita e della carriera del maestro parla in controluce di un’epoca cinematografica perduta.
Partendo dal presupposto secondo il quale Argento avrebbe…
Neill Blomkamp (District 9, Elysium, Humandroid), che a sorpresa si dà all’horror, continua a riflettere (si fa per dire) sul rapporto tra corpo umano e tecnologico. O quantomeno questa sembra essere la sua…
Regia correttissima ma per nulla incalzante, ammiccamenti pop più o meno azzeccati (soprattutto nel tripudio di split screen della parte finale), una direzione d’attori pessima (la recitazione così sopra le…
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