Hai detto di te modifica
Ha detto di sé
« Tanto vale non farsi illusioni, la gente non ha niente da dirsi, ognuno parla soltanto delle proprie pene personali, si capisce. Ciascuno per sé, la terra per tutti. Cercano di sbarazzarsene della loro pena, sugli altri, quando è il momento dell'amore, ma allora la cosa non funziona e si ha un bel fare, se la tengono tutta intera la loro pena, e ricominciano, provano a piazzarla un'altra volta. «Com'è bella, signorina», dicono loro. E la vita li riprende, fino alla prossima volta in cui riproveranno ancora lo stesso giochetto. «Lei è proprio bella, signorina! ...»
E poi nel frattempo stanno a vantarsi d'essere riusciti a disfarsene della loro pena, ma tutti sanno che non è vero niente e che se la sono tenuta bella in caldo tutta per loro. Dal momento che si diventa sempre più brutti e ripugnanti in quel gioco quando si invecchia, non si riesce nemmeno più a dissimularla la propria pena, il fallimento, si finisce per avere la faccia piena di quella brutta smorfia che impiega venti, trent'anni e più a risalire finalmente dal ventre alla faccia. È a questo che serve, a questo soltanto, un uomo, una smorfia, che lui ci mette una vita a confezionarsi e ancora non gli riesce sempre di portarla a termine tanto è pesante e complicata la smorfia che bisognerebbe fare per esprimere la propria vera anima senza nulla perdere. »
Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte.