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Ha detto di sé
Inutile ripetere sempre le stesse cose sul neofascismo polcor, in virtù del quale si può avere il proprio profilo completamente cancellato se si esprimono opinioni diverse da quelle permesse e approvate dal nuovo "Ministero della Cultura Popolare" che controlla praticamente tutte le espressioni culturali. E' pienamente ormai in essere un nuovo fascismo, molto peggiore del primo: non si può dire niente sull'invasione e sul genocidio e sostituzione etnica del nostro popolo programmata dal potere mondialista, nulla sulla demolizione della nostra nazione attuata dalle elìte globaliste, e della Costituzione, un cui pilastro fondamentale è la libertà di espressione e opinione, non si può parlar male dell'impero turbocapitalistico transnazionale, degli USA, dell'Europa, non si possono esprimere opinioni discordanti su lgbtfktyr, non si può denunciare la falsa pandemia e la criminale operazione imperiale del virus, e così via censurando. Ripropongo, per quel che può valere, la mia presentazione. Apprezzo il film intelligente, sensato, equilibrato, che rappresenti una creazione di valore, il che non significa necessariamente seriosità e impegno, ma anche leggerezza e svago. L'aspetto tecnico è evidentemente importante, anche se per me meno del contenuto. Gradisco tutti i generi, forse solo il musical tende ad annoiarmi un po'. Non sono particolarmente amante della sala cinematografica, anzi preferisco vedere il mio film nell'intimità e nel conforto della mia casa. Lo so che forse è sbagliato ma è così. Vorrei sentirmi libero di dire ciò che penso senza limiti di benpensantismo o censure del nuovo "fascismo" politicamente corretto, e accetto commenti critici intelligenti, non denigrazioni e tanto meno trollaggi; sono molto prevenuto su questo. La mia posizione di giudizio delle opere cinematografiche non può scindersi da quella di uomo della Resistenza dei popoli contro l'Impero globale criminale del Capitale, quello della dissoluzione dei valori, dei confini, delle culture e dei popoli nella melma multitutto, sotto il suo governo unico e totale. Anche perchè le produzioni culturali sempre risentono dell'ambiente socio-politico e del potere corrente, e spesso ne sono intenzionamente contaminate con messaggi propagandistici, che vanno individuati, evidenziati e smascherati. Riporto al proposito alcuni brani critici di rimarchevoli esponenti della neoResistenza. Una osservazione della impareggiabile giornalista e psicologa Barbara Tampieri: «Il cinema propriamente detto, inteso come forma espressiva della creatività umana dispiegata in ogni sua potenzialità e grado di libertà, sta annullandosi nel buco nero del politicamente corretto, dove gli argomenti da trattare e il modo in cui vengono accomodati provengono tutti dal grande librone di cosmetica del Grande Fratello: i diritti civili, il meticciato, il bianco brutto&cattivo, l'ammoregay, il “globbaluormin”, i porimigranti e la sovraesposizione del “black is beautiful”. Ciò vale per il cinema commerciale che si autocelebra agli Oscar della pomposa meretrice Academy, sempre pronta a vendersi al trend del momento, ma anche per i cosiddetti indipendenti, che finiscono anche loro per istituzionalizzarsi nella dittatura buonista... Il marketing adulatorio nei confronti dei “non bianchi” non solo non funziona con il pubblico del cinema, stufo della colata di melassa virtue signaling, ma pare scontentare tutti, bianchi e neri, perché viene applicato in altri ambiti culturali con risultati a dir poco grotteschi, fuori contesto e antistorici. Si veda, ad esempio, il "blackwashing", revisionismo visuale delle serie televisive e, ancor peggio, delle docu-fiction storiche della BBC, dove personaggi iconici della cultura europea come Ginevra, Lancillotto, Margherita di Angiò e Roberto di Beaumont, tra gli altri, vengono tinti di nero...Sembra che qualcuno voglia riscrivere il DNA di una civiltà, in questo caso quella europea, contando sull'amnesia indotta nella sua popolazione sempre più intontita non solo dagli oppiacei che cancellano la memoria ma da questi continui stimoli alla negazione delle proprie origini, unita alla vergogna che dovremmo provare per colpe mai da noi realmente commesse... Il baraccone del Barnum politicamente corretto è sempre pronto ad arruolare nuovi fenomeni e la cosa dovrebbe farci orrore, perché è qui che cade la maschera del buonismo per rivelare il gioco sadico del potere che si diverte con le sue ridicole marionette da esporre al pubblico ludibrio.» Un brano di Francesco Mazzuoli di "Conflitti e Strategie": «La sottomissione..non si ottiene soltanto con la forza militare e la compiacenza delle élites a libro paga, ma anche con quella dei sudditi. In questo gli americani sono indiscussi maestri, padroneggiando come nessuno le sottili armi della propaganda, di cui Hollywood è stata per molto tempo la punta di diamante. La colonizzazione culturale ha sempre accompagnato la penetrazione americana..Fa più danni un telefilm americano di un discorso di Renzi a reti unificate. Siamo giunti all’annichilimento culturale: non c’è più un libro che si possa leggere, un film che si possa vedere, neppure una canzonetta ascoltabile. In questo deserto, ha buon gioco qualunque obbrobrio proveniente da oltreoceano; e quel poco che viene da noi prodotto non ne è che lo scimmiottamento. La nostra cultura qualitativa è stata trasformata in una incultura quantitativa.» E ancora l'impareggiabile Alceste:«Sulla scomparsa della cultura in generale, e del cinema d’autore in particolare: ditemi voi se può parlarsi di cinema quando gli incassi li domina un turbine di idiozia come X-Men. I telefilm e i film sono importantissimi per capire l’evoluzione del costume quale è desiderato e plasmato ai piani alti della propaganda mondiale. Sui neocon dice più una puntata di NCIS Los Angeles che non le memorie di Colin Powell … sul transumano è molto più eloquente Nip & Tuck … Californication e Sex & The City sono, invece, le vere Bibbie dell’amorale postmoderno... Anche la produzione più minuta rivela il fondo essenziale di un’epoca. Anche perché molta fiction è attentamente pianificata dalla propaganda per far sembrare normale ciò che normale non è. La scomparsa di un cinema pecoreccio e vitale come quello italiano di serie B non è casuale. Esso fa data dalla metà degli anni Ottanta, in perfetta sincronia con l’invasione ideologica e commerciale americana del Polcor (di quell’ideologia universale, insomma, che ha la propria scaturigine, solo contingente, negli Stati Uniti d’America, la maggior fabbrica di crimini politici al mondo). E questa ideologia, partita a metà dei Sessanta, cela il Grande Scambio Politico degli ultimi decenni; un baratto implacabile, occulto e preciso: quello fra i diritti veri (lavoro, istruzione, sicurezza) e i diritti civili truffa (LGBT, ecologismo da strapazzo, parafemminismo). Sbiadiscono i diritti veri e necessari sostituiti dai diritti farsa. Il Polcor è la dittatura che sovraintende nell’immaginario collettivo a tale gigantesca sostituzione. Le generazioni post ’89 sono integralmente Polcor (mutanti morali e autentici fessi politici); sono i figli e i nipoti dell’Ur Polcor, il Sessantotto. Il Polcor, la Bestia dalle unghie smaltate, metà Gandhi metà Lady Gaga, ormai detta la narrazione generale. Narrazione onnipresente e a cui è difficile sfuggire...Il nazionalismo, orrore! Il protezionismo, la libertà, la libertà...come la bandiera che sventola sulle aste del governo di Kiev. E via di fanfaluca in fanfaluca. ...una frequenza unica. Per loro, infatti, lavoro, scuola e sanità sono anticaglie inservibili; invece stabilire dove pisci un babbeo sbalestrato, che non si sente né uomo né donna, getta una luce di progresso su tutto l’Occidente. Gettare via il diritto a una istruzione decorosa in cambio del diritto dei trans a scegliersi un bugliolo tutto loro: ecco l’avanzamento morale. Sentirsi buoni e umani distruggendo quel poco di umanesimo e socialità costruito nel dopoguerra, sentirsi di sinistra annientando ogni conquista della sinistra, o di ciò che si riteneva la sinistra, accettare la deriva dell’inumano, del bizzarro, dell’idiota». Gianni Dessì di "Per il Bene Comune": «Ho visto il remake di Sky di un bellissimo film degli anni '80. Sono riusciti a storpiare anche questo con la consueta rilettura ideologica forzata, infarcendolo di luoghi comuni, sciocchezze e immancabili scene lgbt. Niente, tutto deve essere riveduto e corretto e falsificato secondo I dogmi imperanti. Da Netflix a Sky, dai Greci ai Romani, dai Vikinghi fino alla storia recente, diventa tutto un fantasy "politicamente corretto". Anche cio' che della storia era gia' la sua rilettura, si trasforma in paradosso e basta. Guardate l'originale!»