Hai detto di te modifica
Ha detto di sé
"E' una catastrofe per la civiltà, come noi la intendiamo oggi, quando si presenta l'aspetto barbarico europeo: chi può garantire che quest'uomo ... scelga... il godimento della VERA BELLEZZA? (...) ... l'istinto sensoriale s'intrometterà sempre con il suo umore capriccioso e con i suoi selvaggi desideri. Per questo si vede il gusto grossolano scegliere dapprima ciò che è nuovo, sorprendente, multicolore, stravagante e bizzarro, violento e selvaggio; esso non rifugge da nulla come dalla calma e dalla semplicità". (Schiller). - - - L'arcaico istinto di potenza, che fino ad ora si teneva nascosto dietro l'atteggiarsi della cultura, nei nostri tempi si è rivelato, dimostrando incontestabilmente che "NOI SIAMO ANCORA BARBARI". (...) "Spiritus phantasticus inter aeterna et temporalia medius est, quo et plurimum vivimus" (Lo spirito fantastico è il tramite tra l'eterno e il temporale ed è di esso che per lo più viviamo.). Lo 'spiritus phantasticus' unisce in sé gli opposti e quindi discende anche nella natura istintuale, giù fino alla bestialità, dove diventa un istinto che eccita appetiti demoniaci: "Tota genera daemonum ex eius modi vita suam sortiuntur essentiam. Illa enim ex toto suo esse imaginaria sunt, et iis quae fiunt intus imaginata" ("Tutti i demoni ricevono la loro essenza dall'esistenza di ciò. Infatti sono in tutto immaginari e immaginati da quelli in cui compaiono.": Sinesio, vescovo cristiano di Tolemaide e discepolo di Ipazia ).(...) Partecipando alla vita istintuale, lo spirito diviene 'dio e demone multiforme'. Questa strana idea si comprende immediatamente se si ricorda che sentire e pensare sono in sé, funzioni collettive in cui l'individuo si è dissolto a causa della mancata differenziazione. Egli diviene dunque un essere collettivo o meglio, simile a dio, poiché dio è una rappresentazione collettiva dell'essere universale. "In questa condizione - dice Sinesio - l'anima soffre". (...) con quale forza l'indivisibile, cioè l'individuo, potrebbe difendersi dagli istinti separatori? - Jung