Regia di Ron Howard vedi scheda film
Colossal epico che a suo tempo segnò il passaggio dall'adolescenza alla vita adulta- per me e tutta la mia generazione! Strepitoso successo al botteghino del sempre più bravo Ricky Cunningham Howard,a cui mai potrò perdonare di non aver aiutato la telefilmica sorellina Jodie 7½ Che ne dicano i boriosi criticoni penosi, ottime interpretazioni tutte
Anzi, uno scatto in avanti per la capacità recitatoria di Cruise e la sua crescita attoriale, personaggio oramai dedito quasi unicamente all’action di sopraffina caratura, in quanto da sempre bistrattato ed ignorato dall’academy ed il cinema impegnato in generale, nonostante alcuni ruoli memorabili di un certo impegno... solo per via di quel suo “credo” pseudo religioso filosofico!
Ancora acerba la Kidman dice qualcuno...
Forse fisicamente, ma il talento era già debordante, per altro impegnata nell’impersonare un personaggio che in seguito ha visitato di rado: la vivace ragazza – o donna che sia – briosa, ribelle ed intraprendente, difficilmente sostenuto in seguito; davvero gustosa questa sua. Vederla qui, si ha come la sensazione di assistere all’embrione di “Ritratto di Signora”, e non è tanto per l’abito, quanto per la classe, per l’impatto con cui buca lo schermo con il broncio estatico che ne sancirono il successo – già in quel film della Campion, furono in molti a pensare che l’esile, diafana ragazza venuta dall’Australia, meritasse almeno una nomination.
Anche il resto del cast ha la sua nota degna di menzione. Innanzitutto, un memorabile Colm Meaney nel ruolo del rude e prepotente “capo quartiere”. Ma pure Robert Prosky nel ruolo del bonario padre e Barbara Babcock (l’assillante madre petulante). E va beh, dai, giusto per la fama, ci metto anche il fascinoso, profiler tenebroso di “Criminal Minds”, Thomas Gibson, qui impegnato nel ruolo dello spietato amministratore terriero, nonché rivale in amore di Joseph (Cruise).
Ps. Avrete notato anche voi un già imponente ma non ancora corpulento Brendan Gleeson credo al suo esordio (è il poliziotto di ronda corrotto).
Ron Howard, all’epoca aveva già messo a segno un qualche successo, anche di critica, “Splash”, “Willow” che adoro, e l’esaltante “Fuoco assassino!”... per non parlare di quella sua “buona la prima”, quello della Rolls Royce (come s’intitolava?) un debutto col botto alla regia sul campo, visto che era anche il protagonista...
Trovo per cui immotivato questo accanimento contro di questo onesto regista così particolarmente genuino, il cui unico aspetto deprecabile che posso imputargli, è quello di non aver mai aiutato l’adorabile sorellina Jodie, la collega Erin Moran sul set del mitico “Happy-days”... un telefilm come si diceva allora, che hai posteri di quella generazione... non dice nulla, ma proprio nulla... mentre per noi fu un mito! Il riassunto di tutta una gioventù, l’adolescenza, o l’infanzia, più di una generazione seppe riunire il buon telefilm sano, divertente, educativo persino, ed il più delle volte... altro che stucchevole...
Da li in poi la carriera del lentigginoso Ron prese il volo... gli capitò di lavorare con il mito, “il Duca” in persona, e poi prese a dirigere piuttosto giovane... ottenendo fin da subito un certo successo... mentre la carriera della simpatica e giovane collega Erin, la sua brillante, vivace, stellina, andò via via affievolendosi fino a spegnersi del tutto.
Ecco... ho sempre pensato che uno come Ron Howard avrebbe potuto – e dovuto – fare qualcosa per aiutarla, darle qualche ruolo, anche secondario, in uno dei tanti suoi successi...
E invece... nulla... :(
Vi risulta poi particolarmente ostica anche il protagonista Tom Cruise, all'epoca ormai star indiscussa ed affermata lanciata verso l’Olimpo dei grandi divi, quelli che oggi quasi non esistono più, visto che se ne sfornano a iosa, dai reality “senz’arte ne parte” che spuntano come funghi qua e la...
No, Tom è un cavallo di razza, sopravvissuto al tempo, alle mode e a se stesso!
E soprattutto, è resistito al mito di se stesso! Quel mito in cui più di una generazione si è identificata e cresciuta: magari non saranno divenuti tutti dei francescani o luminari e docenti universitari... ma di certo non son cresciuti, quei ragazzi, un ammasso di tatuaggi pompati e fancazzisti rincoglioniti dal telefonino!
Un attore che oggi come all’ora, sapeva passare con disinvoltura da un’americanata entusiasmante come ma pure film epocale, come Top-Gun... ad un ruolo intimista come quello in Rain Man, dove, sul piano della recitazione ruba sempre la scena ad un assolutamente sopravvalutato Dustin Hoffman, che pure adoro (ma l’oscar doveva essere di Cruise).
Tornando al titolo in questione... apprezzabile almeno dal punto di vista scenografico – se non da quello della scrittura che in tanti hanno criticato aspramente e con il proverbiale astio tipico del sito – la prima parte, il preambolo irlandese, forse stereotipato, ma molto divertente, specie il modo in cui i due protagonisti si incontrano ed imparano... a disprezzarsi a vicenda senza che nessuno dei due ceda mai all’altro... fino alla resa dei conti – e dei sentimenti – finale! Coi lacrimoni, ma di gioia!
Un bel film insomma che si rivede sempre con piacere e trasporto: inevitabile non appassionarsi alla vicenda dei due fuggiaschi , impossibile non far per loro il tifo! E chi non ci riesce... o è senza cuore, o è stronzo! Di nascita JJ dopo tanti anni, la scena madre finale... ancora lucida gli occhi che adesso bruciano.
Anche grazie alla sempre eccezionale Emanuela Rossi che da un tocco di umanità in più, prestando la voce alla bella e brava attrice Australiana.
Ah! Per gli increduli, riguardo la scena iniziale e finale, quando rispettivamente padre e poi il figlio, apparentemente trapassati, riprendono vita... nessun miracolo! Si tratta più semplicemente dei cosiddetti “viaggi astrali” dove l'anima abbandona il corpo – per l’ignoranza, lo scetticismo, c’è sempre google! ;)
Ne ho lette tante di sentenze, sparate e stronzate oggi...
Caspita, potrò dirne una io, no?!
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