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Mio cugino Vincenzo

Regia di Jonathan Lynn vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Mio cugino Vincenzo

di Enrique
7 stelle

https://www.youtube.com/watch?v=G8ndcz3AYFE&list=PLCOardgDwPMyhA9uH63EgQRKAEgZffToA&index=3

 

My Cousin Vinny è stato una conferma (rispetto alle aspettative); film che desideravo vedere da anni (ma, a quanto pare, caduto vittima di un inspiegabile ostracismo televisivo) giunge al varco del mio giudizio con le carte, almeno nel complesso, in regola.

 

Sfacciata commedia degli equivoci (dapprima), lascia presto il campo ai più tesi risvolti legal-drama (visto il capo di imputazione dei 2 giovani accusati), puntualmente “smorzati”, almeno in parte, dall’allure poco ortodosso del mattatore protagonista del film (un simpatico J.Pesci, per una volta dalla parte dei buoni), anche a causa dei ripetuti episodici farseschi che lo coinvolgono (e che fanno sorridere… ma spesso solo a metà).

Nel prosieguo, il film segue una traiettoria - oserei dire - linearmente parabolica (o iperbolica?), comunque, dapprima discendente (nella prospettiva di dare un esito fausto alla vicenda) e poi ascendente; senza anomale deviazioni, dal tracciato, in un senso o nell’altro.

Questo lo rende abbastanza piacevole negli sviluppi, ma, nel complesso un po’ troppo prevedibile.

Cero è che alcuni momenti processuali, della seconda parte della predetta curva conica, sono davvero iconici e penso che non possano che rimanere impressi nella memoria del pubblico. Su tutti, l’esame (o meglio; lo “show”) testimoniale della sig.ra “Mona Lisa” Vito / M.Tomei penso che passerà alla storia del cinema di genere (non mi stupirebbe sapere che sia stata la sua performance alla sbarra dei testimoni a dissolvere ogni dubbio circa la caratura della sua interpretazione…. ma sarebbe ingiusto; per tutto il film la sua presenza scenica è impressionante; bravissima sempre, dalla prima all’ultima scena).

Personalmente, dunque, giudico positivamente il film, ma:

  • più che per l’humor della trama, insito nella gigioneria del dominus del proscenio giudiziario (Pesci), la cui verve, difatti, mi è parsa a tratti spenta, dallo smalto opaco…
  • piuttosto per l’habitat in cui questa viene espressa, ovvero:
    • oltre a quello radicalmente campagnolo della profonda provincia americana (messo in subbuglio dal’’arrivo di 2 stravaganti yankees… e dal sound che il buon Randy Edelman ritaglia apposta su di loro)...
    • quello giudiziario: una giungla cavillosa, che vive di regole precise, apparentemente ferree (invero rimesse, almeno in quel dell’Alabama e degli U.S. in generale, alla discrezione capricciosa dell’arbitro giudicante) ove, del buon Vinny Gambini, viene tracciata una mirabolante metamorfosi, che lo porterà a convincere tutti, ma proprio, proprio tutti. Per la gioia di tutti gli aspiranti penalisti del mondo.

 

 

Film consigliatissimo, dunque, agli amanti dei legal triller/drama (il suo canovaccio potrebbe essere preso a spunto a piene mani da studenti ed appassionati di criminal procedure anglosassone) ed ai fan di Pesci e/o Tomei; per tutti gli altri, una visione non guasta, ma basta e avanza.

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