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Sacrificio

Regia di Andrei Tarkovsky vedi scheda film

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La recensione su Sacrificio

di Peppe Comune
8 stelle

Alexander (Erland Josephson) è un critico d'arte e sta festeggiando il compleanno con i suoi familiari nella sua casa su un'isola svedese quando arriva dalla televisione la notizia di una imminante catastrofe nucleare che coinvolgerà l'intero pianeta. A questo punto, Alexander si affida a Dio e gli promette ogni suo bene in cambio della salvezza dei suoi cari.

 

 

 

Un film sontuoso, dagli alti contenuti intellettuali e formali. Una parabola sugli "ultimi giorni" dell'uomo sulla terra quando è costretto a prendere atto della perdita dei valori spirituali e del fatto che l'uomo è regredito fino al punto da preferire un miope materialismo piuttosto che coltivare se stesso in armonia con le leggi della natura e della ragione. Non si può tornare indietro se non sacrificando se stessi abiurando una vita votata all'edonismo. Il "Sacrificio" è certamente il film di Tarkovskij più apertamente legato alle questioni della fede dove, tuttavia, agli elementi mistici si associano quelli laici per una metaforica rappresentazione della salvezza del mondo in cui il ritorno alla primordiale bellezza dell'uomo e della natura è concepito come l'elemento necessario per scongiurare l'inizio della fine. Il film si regge su di una facile struttura narrativa, tutto giocato su lunghi silenzi e forbite disquisizioni filosofiche, cadenzate da una variazione continua di colori (dovute a Svan Nykvist, operatore prediletto di Ingmar Bergman) tanto affascinante quanto capace di conferire al tutto un tono di crescente solennità. E' probabile che "Offret" abbia risentito della malattia che affliggeva il maestro russo (che morirà poco dopo la fine della lavorazione del film) e che per esso l'etichetta di testamento abbia una certa pertinenza. Questo non significa che "Offret" sia stato il miglior film di Tarkovskij, tutt'altro. Ma che sia stato tra i più sofferti è certamente vero, fosse solo per lo sforzo prufuso nel tentativo di offrire (è proprio il caso di dirlo) una o più chiavi di lettura per decodificare l'uomo nella sua più intima essenza. Come suggerisce Morandini, attorno alla figura di Alexander , non mancano i personaggi enigmatici (la moglie Adelaide, il postino filosofo, la serva Marie dai poteri benefici, il medico di famiglia), "ciascuno dei quali è una porta attraverso la quale, a sua scelta, lo spettatore può entrare nel film e dargli la sua interpretazione". "Offret", insomma, è un film assai cerebrale. Arduo e affascinante insieme.

 

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