Regia di Andrei Tarkovsky vedi scheda film
L'ultimo film di Tarkovskij (che purtroppo morirà alla fine del 1986, a soli 54 anni) è il compimento del suo cinema ed anche il suo testamento spirituale. Ciò nonostante, non è detto, a mio parere, che esso rappresenti anche un progresso nella filmografia del Maestro. Rispetto, infatti, a "Nostalghia" (anche nonostante il fatto che lo stesso Tonino Guerra, sceneggaitore del film girato da Tarkovskij in Italia considerasse "Sacrificio" un film migliore), si ha una ripetizione e una reiterazione dello schema già visto e sfruttato (la corsa notturna in bicicletta per recarsi a casa di Maria, ma anche il rogo della casa ricordano l'attraversamento della vasca di Bagno Vignoni con la candela in mano), nonché un didascalismo del messaggio e del discorso filmico che influisce negativamente sulla lentezza della trama e sull'efficacia dei dialoghi, spesso pleonastici o tirati per le lunghe. Non mi spingerò fino al punto di affermare che "Sacrificio" sia un film brutto o comunque non riuscito: resta il soffertissimo testamento spirituale e artistico di un grandissimo cineasta, un Autore con la A maiuscola, osteggiato durante la vita e scomparso troppo presto, in relazione ai frutti che avrebbe ancora potuto dare (magari dopo un clamoroso ritorno in patria, a seguito della caduta dei muri). Spesso, però, i testamenti di parenti tanto amati possono deludere gli eredi, anche se, alla fine, non alterano il sentimento provato per il congiunto deceduto. È ciò che mi è successo guardando "Sacrificio".
Un anziano intellettuale, ritiratosi nella propria casa di campagna sull'isola di Gotland, alla vigilia del proprio compleanno, sta piantando un albero ormai secco e spiega al figlioletto che anni prima un monaco giapponese, inaffiandolo ogni giorno, fece appunto rifiorire un albero secco. Sopraggiunge il postino Otto, che racconta di strani prodigi. All'improvviso la televisione annuncia il verificarsi di una catastrofe atomica. Alexander, rivolgendosi a Dio, promette di sacrificare tutto quello che ha in cambio della salvezza dei suoi cari. Sempre per salvare le persone che ama, si reca di notte a fare l'amore con una serva in fama di stregoneria. Il giorno dopo, ritornata la calma, Alexander incendia la propria casa e si lascia condurre in manicomio. Suo figlio comincia ad innaffiare l'albero secco.
Un film destinato a piacere ai critici cinematografici più che agli spettatori.
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