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Porcile

Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film

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La recensione su Porcile

di emmepi8
8 stelle

 
Porcile è un'opera teatrale del 1965, il film è invece un composito di due episodi, che hanno solo il significato finale in comune, ma il resto sembra come due corpi estranei, e solo l'intermittenza dei racconti riesce a convogliarci quasi autoritariamente nei binari voluti; la stessa produzione delle due storia è diversa, ognuna indipendente dall'altra. L'opera teatrale, che è poi uno dei racconti, è composta da 11 episodi che compongono la storia, il film ne prende un'ampia parte, ma non tutta, fermandosi all'episodio del divoramento dei maiali. L'episodio accostato riporta il tema del cannibalismo, come simbolo di una società che divora i propri figli. Certamente l'aria che respira è quella sessantottina, ma tutta rivolta ad una contestazione verso la società e non da prendere come simbolo per sostenere il pensiero dominate a cui la rivolta culturale faceva capo, dato che Pasolini, mosca bianca, ma anche effettivo ed unico ideologico interpretativo del movimento in maniera diversa, contestava le basi creative, sostenute da una gioventù della media e alta borghesia, che protestava senza una vera volontà ed idea contestatrice, e protetta dal suo stesso stato sociale. Non bisogna dimenticare che Pasolini espresse questo concetto: i veri protagonisti della rivolta, nel dualismo studente- poliziotti, sono questi ultimi, perché solo questi sono i figli degli operai e delle classi più povere e quindi più esposte, da immaginare quindi quello che successe a livello di dibattiti e cose del genere, in un momento aspro come quello ed anche oggi se ne sweente l'eco, naturalmente storpiandolo a piacimento. Tornando al film, il regista ha voluto mettere insieme questi due episodi poco comunicanti per una sorta di metafora politica verso una società cannibale, dove i figli soccombono; due storie simboliche ai massimi vertici, un genere di film che certamente oggi non potrebbe neanche essere pensato in Italia, e anche se ebbe una distribuzione non grande all'epoca, almeno la ebbe in maniera ragionevole, come allora usava essere.

Sulla trama

Due storie esternamente incomunicabili, ma che Pasolini a fattio quasi convergere

Su Pier Paolo Pasolini

L'epoca gli ha permesso un discorso fermamente politico

Su Pierre Clementi

Quasi un'icona dell'epoca

Su Jean-Pierre Léaud

Da Truffaut a Pasolini, salto sempre di qualità, anche se diversa

Su Alberto Lionello

Una attore eccezionale, sempre poco valorizzato al cinema, qui eccellente

Su Ugo Tognazzi

Una delle sue sfide per scelta culturale personale di crescita

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