Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Sting ha dichiarato che se una canzone non lo sorprende (in positivo) nelle prime otto battute, lui spegne. Cambia. Le prime otto battute della sua "Every Breath You Take" durano 17 secondi sul totale di 228, quindi il 7,4%. A occhio, per un libro questo equivale a 20 pagine, per un film a 10 minuti. Sting ha ragione. I giovani possono essere pazienti, ma ad una certa età, quando il tempo che rimane è sempre meno, si pretende di più, non si è disposti ad affrontare Sofferenza, Pena e Patimento per la fruizione di un'opera d'arte, si cerca di usare bene il tempo che si ha a disposizione, questo è un diritto di tutti.
All'inizio, mentre scorrono i titoli di testa, c'è un porcile, come da titolo. Non è spaventoso come quelli in cui entravo da bambino, dieci anni prima che il film fosse girato, molto più rozzi, con le urla e i grugniti assordanti dei maiali molto più numerosi e fitti, mi sembrava di essere nella fossa dei leoni, e mi tenevo esattamente al centro della corsia per la paura che qualcuno mi potesse mordere. No, il porcile di Pasolini è tranquillo, sembra una puntata di Linea Verde sugli allevamenti suinicoli della Bassa Padana. Indi, un ragazzo di belle sembianze cerca rifugio in un ambiente lunare, cattura e inghiotte una improbabile farfalla gialla, poi uccide e addenta un serpente che nel 1969 c'è da ritenere fosse vero, e non una replica in gomma, e la cosa personalmente dà moltissimo fastidio. In seguito, due giovani con facies ebetoide si lanciano in un dialogo il cui livello di recitazione fa sembrare gli attori di "Elisa di Rivombrosa" dei Candidati all'Oscar. Nel frattempo scade il decimo minuto. Spengo. Vorrei non dare alcun voto, ma non è possibile.
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