Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
La metamorfosi violenta, allucinata, contagiosa e persecutoria di Tetsuo assume, in questo sequel, contorni più nitidi, e ritmi ragionati, dispiegandosi in forma narrativa. Stavolta il virus tecnologico aggredisce e infesta una storia familiare, in cui il marito e padre diviene il giustiziere protagonista di un videogame da incubo. Tsukamoto mescola l'iconografia da prima era industriale con le visioni cibernetiche tipiche della fantascienza degli anni venti, inserendo nell'opera sprazzi di scenari orwelliani, e divagando nelle emozioni geometrizzate dell'arte contemporanea e della computer graphics. Ritorna, con tutte le sue varianti pseudo-anatomiche, il cavo-proboscide che si insinua nel corpo e nel cervello, trasmettendo fluidi e impulsi, e trasformando ogni interazione in contaminazione. La volontà della mente si traduce in potenza meccanica, la sostanza del pensiero razionale è carne che si fa metallo. Le forme perforanti ed aggressive esteriorizzano una virilità disumanizzata, con le armi ed i motori che soppiantano l'antico mito della prestanza fisica. Il sangue e il fuoco, delle pistole e delle fornaci, sono l'anima bruciante di un odio che si tramuta in lotta e che sfida, con la sua forza distruttrice, anche le disciplinate roccaforti della civiltà, di cui i grattacieli sono il simbolo per eccellenza. "Tetsuo II" è un manga estremo, in cui l'eroismo è un'iperbole negativa, che ripugna e terrorizza e che, con la catastrofe finale, rappresenta il "non plus ultra" di ogni utopia di conquista e predominio.
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