Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film
A distanza di due anni dal primo Tetsuo , Shinya Tsukamoto, aiutato da maggiori (e ben evidenti) possibilità economiche, realizza quello che si presenta non come un sequel, ma come un ampliamento della precedente pellicola.
Tetsuo II non sembra voler aggiungere niente di nuovo, ma sottolinea (e in alcuni casi amplifica) quella spiccata essenza “Cronenberghiana” presente nel primo film, identificabile nell’impressionante mutazione dell’uomo in qualcosa di oltre: un ibrido tra essere vivente e macchina (l’arma suprema, letale e pensante).
Assente ogni riferimento sessuale (e sensuale), abbandonato a favore di quello che sembra essere un duro apologo nei confronti di una società di massa, alienata da se stessa e incredibilmente assuefatta ad un concetto di violenza quasi astratto (tanto da essere insito in ognuno di noi).
Nel finale, mentre un forsennato montaggio, ci propone l’immagine di una Tokyo distrutta (da ciò che lei stessa ha creato), vediamo il protagonista (non più ibrido) vagare con la sua (ricongiunta) famiglia tra le macerie, in una sorta di limbo sereno.
Un quadro poco rassicurante, che sembra volerci mettere in guardia:
L’unica soluzione a questa tirannia (ciber-punk) industriale è l’annientamento, nella speranza di una nuova (e più fortunata) rinascita.
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