Regia di Amerigo Anton (Tanio Boccia) vedi scheda film
Far West. In paese arriva Ringo, ex pistolero, ora armato solo di... un violino. Le faide locali fra le due famiglie più potenti, i Griffith e i Drummond, per un attimo cessano: i rivali si coalizzano per eliminare il nuovo arrivato. Che però è più astuto e abile del previsto, ma non solo: si è pure innamorato della bella Lisa Drummond.
In quegli anni si giravano spaghetti western a raffica, ben consci che comunque le cose sarebbero andate al botteghino, al peggio si sarebbe ottenuta una perdita irrisoria. Imbastiti con due soldi e realizzati in fretta e furia, questi lavori si ripagavano velocemente e riuscivano quasi sempre a ricavare incassi extra che finivano reinvestiti in film più ambiziosi. Per quanto riguarda Tanio Boccia, nello specifico, i western furono solamente un'occupazione come un'altra nel corso della sua lunga e intensa carriera registica; cappa & spada, spy stories, melodrammi, peplum: tutto veniva licenziato con un impagabile pressappochismo dal cineasta potentino, autore di alcuni fra i più sgangherati film della storia del cinema italiano. Qui siamo nel campo del brutto tendente al bruttissimo, ma non orrendo; scene, costumi, interpreti, dialoghi, tutto quanto è visibilmente arruffato, ma i momenti involontariamente comici non pullulano (comunque ce ne sono, tranquilli - basta osservare la sequenza conclusiva): la storia (sceneggiatura di Mario Amendola) è più noiosa e banale che risibile. Furio Meniconi, Gordon Mitchell, Fabrizio Moroni, Andrea Bosic, Rod Dana, Alberto Farnese: questi i nomi principali sul set, neppure così male, in fin dei conti, come cast. Per Boccia è il primo di quattro western all'italiana consecutivi. 2,5/10.
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