Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Un giornalista (Rüdiger Vogler) in crisi parte dagli Stati Uniti per accompagnare Alice (Yella Rottländer), una bambina abbandonata dalla propria madre e destinata alla casa della nonna. Nel pellegrinaggio tra le diverse città della Germania ed il passaggio per Amsterdam, il protagonista avrà modo di riflettere sulla superficialità della percezione estetica in un mondo sovraffollato dalle immagini televisive, di abbandonare la parola scritta per affidarsi all'immediatezza della "foto-Polaroid, la cui non riproducibilità la accomuna ai prodotti dell'arte pittorica, riscattando, con l'unità dell'esemplare, la standardizzazione del paesaggio, recuperando l'aura perduta nell'epoca della riproducibilità tecnica" (D'Angelo). Con uno stile asciutto girato con un bianco e nero in 16 mm., che sembra volutamente prendere le distanze dall'artificiosità imposta dalla tecnologia alle immagini, Wenders si inoltra in un tema sul quale tornerà più volte nel corso del suo cammino artistico, quello del senso e della percezione delle immagini nella modernità. Lo fa creando atmosfere che possiedono un loro impalpabile fascino (e che richiamano, alla lontana, la vicenda creata da Bogdanovich nel bellissimo Paper moon) al di là delle situazioni spesso prolisse che appesantiscono il film, utilizzando uno stile narrativo basato sul viaggio come percorso interiore che affiorerà in tutta la sua opera successiva.
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